Cerchi
quei luoghi dove hai trovato la felicità. È facile e naturale, ti spinge una
forza che supera la tua volontà, appare come moto istintivo. Eppure la felicità
è un’eccezione, un momento effimero e casuale, un masso di dolomia erratica su
un prato verde di noie e attese e speranze. La felicità non la puoi
programmare, anche se non ti è vietato cercare.
A
volte non si fa riconoscere quando la vivi, altrimenti esplode come se tutto
fosse stato, prima, in sua funzione, e tutto, dopo, fosse a lei legato.
Se
la felicità l’hai trovata in quella stanza, in quel sorriso, in quelle parole o
in quel regalo, tu non potrai che ricordarla in questo, ma non ritrovarla dov’era.
La
felicità è sempre una persona.
Ti
chiedi se la potrai ritrovare? Impossibile saperlo, non è programmabile. Credi che
sia legata all’apertura, alla disponibilità, che sia un premio? Altre cose sono
raggiungibili con modalità simili alle raccolte a punti, non la felicità.
Forse,
dicono alcuni, meglio la serenità, volere quello che si ha invece di pensare a
quello che manca.
Certamente
non serve odiare gli altri se si è infelici o perché loro sembrano felici. Non procura
alcun vantaggio.
Inoltre
serve vedere con occhi diversi, soffermarsi incuriositi, scoprire, leggere e studiare.
Questo non assicura il successo ma è un ottimo sostituto, e distrae in modo
utile. Hai mai pensato che la superficie di una regione pianeggiante è minore
di una montuosa ma apparentemente uguale in chilometri quadrati sulla carta
geografica? È questo il motivo che rende la nostra corteccia celebrale tanto
estesa malgrado le piccole dimensioni della scatola cranica, ma il capirlo non
ci fa felici, solo un po’ meno illusi.
Ed
ora esco a far due passi. Anche questo aiuta a cercare.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.