Quello
che non ho, di Faber, mi fa volare i pensieri, mi riporta ad un tempo diverso. È
il pezzo giusto per adesso. Ed è giusto perché mi riporta a te.
Tutto è già detto in
queste righe, il resto che aggiungerò si potrebbe pure tralasciare.
Quello
che non ho e mi manca è ciò che ho avuto.
Non
mi manca quello che non ho mai avuto: da tempo ho lasciato perdere alcuni sogni
stupidi ed impossibili, mentre ho tentato sempre, e credo continuerò a farlo,
di avere quanto è alla mia portata, o mi interessa tanto da farmi superare le
immancabili difficoltà.
Non
parlo di cose però, non sono le cose che mi mancano né spero mi mancheranno
mai.
Prima
di tutto mi manchi tu, e mi manchi perché so cosa significava la tua presenza,
la tua complicità, il tuo sorriso, il tuo amore e tutto il resto.
Dopo
ed oltre a te mi manca ben poco.
Molto
di quello che ho del resto lo devo a te, e questo ti terrà vicina per sempre.
Gli
oggetti invece, quelli hanno un valore solo se utili per la loro funzione, e se
mi permettono di ricordare meglio ciò che altrimenti sparirebbe in angoli della
memoria senza farsi ritrovare.
Anche
gli oggetti che ho tendono però a sparire, a nascondersi, e così facendo si
fanno dimenticare con ciò che non volevo scordare.
È
una lotta di retroguardia.
Alla
fine perderò, è scritto nel nostro destino comune.
Difficile
finire in gloria, molto facile invece l’opposto. E se gloria arriverà, non
certo a me ma a chi l’ha meritata, quella compenserà tardivamente e postuma gli
ultimi anni difficili, gli ultimi momenti di sofferenza.
Quello
che non ho e mi piacerebbe avere, quando verrà il momento, è andarmene con un
sorriso e non con la mia solita faccia nera. In questo tu ci sei riuscita.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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