Credimi,
siamo tutti inventori. Magari non originali e non rispettosi del diritto d’autore,
ma restiamo inventori.
E
la nostra invenzione più grande è la nostra vita.
A
volte la copiamo da un romanzo a da un film, e ci crediamo davvero che sia la
nostra.
Ce
l’aggiustiamo dopo gli errori fatti, in modo da renderla più accettabile, prima
di tutto a noi stessi.
Ci
convinciamo che quella canzone sia stata ispirata dalla nostra vita, che la
descriva così perché così l’abbiamo vissuta.
A
volte poi inventiamo storie, e ci crediamo sinceramente. Le raccontiamo tante
volte, le ripetiamo così spesso, che da favole diventano realtà oggettiva. Se qualcuno
non ci crede ci offendiamo, o ci restiamo male.
C’inventiamo
gran seduttori, scrittori incompresi, persone uniche ed irripetibili, amici che
non tradiscono e non scordano, generosi e abilissimi. E siamo ognuno dei
personaggi sognati, almeno per un po’, almeno in parte, almeno.
C’inventiamo
uno scopo, un motivo per andare avanti quando certi segnali che arrivano ci
potrebbero spingere altrove.
La
viviamo veramente la vita inventata, dopo un periodo ragionevole siamo
veramente noi.
Dopo
una forte delusione, un mutamento grave, una
perdita non accettata, uno smarrimento, la nostra vita rimane spiazzata e
dobbiamo reinventarla.
Così siamo
tutti inventori, e crediamo a ciò che inventiamo.
Lo confondiamo col vero.
È la nostra medicina per la felicità, o per tentare di averla.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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