Da
dove iniziare è sempre la prima cosa che mi chiedo, quando ho il tempo di
chiedermelo e non parto d’istinto o per un bisogno che non ammette altre
scelte. Sarebbe una cosa ragionevole farlo per abitudine, perché riflettere non
fa mai male e cedere al primo impulso a volte mi ha messo in situazioni
problematiche. Ed allora questa volta parto dalla fine di quella giornata,
dalla cena, che fu perfetta.
L’orzetto,
dopo quella volta, ho imparato a cuocerlo molto meglio, eppure anche allora fu
speciale. Le verdure erano al punto giusto mentre l’orzetto invece non era
ancora cotto come si deve, e dire che era al dente non rende l’idea. Era duro,
quasi crudo, lo ammetto. Eppure fu una cena perfetta.
Il
vino non era speciale. A quel tempo compravo ancora bottiglie di vino
locale tappo corona o tappo vite, non certo il meglio. Era un vino da
supermercato, rosso, per bevitori forti ma senza grandi pretese. Io poi non sono
mai stato un bevitore forte e, semplicemente, non ero abituato a comprare vino
migliore, più costoso. Magari è meglio bere di meno ma di migliore qualità, ho
capito in seguito, mentre allora bevevo per fortuna poco, ma di bassa
qualità. Eppure la cena fu perfetta.
Non
apparecchiai secondo le regole. Quel tavolo era anche la mia scrivania e un piano
di lavoro, quindi misi una tovaglia piccola a ricoprirlo solo per metà, lasciando libri
ed altre cose sulla parte rimanente. Ma eravamo solo in due, non serviva tutta
la superficie, e la cena risultò assolutamente perfetta.
Avrei
potuto mettere una candela, per creare una diversa atmosfera, e spegnere la
luce centrale un po’ troppo fredda ed invadente, non regolabile. Non ero
organizzato per questo, o non ci pensai, ora un po’ alcuni particolari li ho
persi negli anni. Anche adesso però ricordo che quella cena, il giorno
precedente il mio compleanno, fu perfetta.
Cucinai
come al solito, niente di speciale, e, a parte l’orzetto come primo, ora non saprei
dire con certezza cosa preparai per secondo. Non feci nemmeno pulizie
particolari in quella cucina-soggiorno riscaldata, in inverno, solo da una
stufa a legna e carbone che lasciava sempre un po’ di polvere nera e cenere
attorno. Era un ambiente caldo nella sua semplicità quasi spartana, e la cena
di quella sera per me fu perfetta.
In
seguito mi confessasti che in effetti quell’orzetto non era cotto come avrebbe
dovuto, e che tu non apprezzavi molto la verdura a pezzettini. Avresti preferito
che fosse passata.
Io
però quella cena l’aspettavo da tempo, non saprei dire quanto. Non feci caso a questi particolari e quando riuscii
a sedermi a tavola non vidi assolutamente nessun difetto in tutto quello che
avevo preparato. Pensai ad altro. Pensai - o penso ora - che quella era finalmente la mia cena
perfetta.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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