Ma
se io non so mediare, trovare un compromesso ragionevole tra esigenze diverse,
un equilibrio accettabile, cosa ci posso fare, come tentare di raggiungerlo?
Vede,
se inizia in questo modo non si può arrivare da nessuna parte. Lei mette le
mani avanti come a invalidare preventivamente ogni mia proposta di mutamento. Mi
chiedo se è veramente interessato a trovare soluzioni o se intende solo perdere
e farmi perdere tempo. Per quale motivo viene da me, se posso chiederlo?
È
vero che in parte sono prevenuto, ma è pure vero che mi rendo conto di esserlo,
quindi cerco di superare, anche col suo aiuto, questa situazione. Il motivo che
mi ha spinto a cercarla è questo. Scoprire le cose da un punto di vista
diverso, magari suggerito da lei. E, poi, tentare di cambiare la situazione.
Mi
spieghi meglio, allora. L’ascolto.
Le
farò due esempi, per chiarirmi. Io vedo una persona che ha l’ansia di vivere,
che si fa coinvolgere da ogni attività possibile, che viaggia come se non
avesse un domani e che sembra non volersi far mancare nulla di ciò che la vita
le può concedere in quelli che potrebbero essere i suoi ultimi anni, visto che
è in pensione e quindi non è più giovanissima. Si sta allontanando dal
compagno, tiene i figli ad un certa distanza, nel senso che si prende il tempo
per lei pur non scordandoli, e difficilmente trascorre una giornata intera a
casa. Recentemente è stata a New York, a san Pietroburgo, alle Baleari, in
Toscana, a Monaco di Baviera, e in altri posti che ora mi sfuggono. È impegnata
nell’organizzazione di molte attività a livello locale. Non manca occasione di
salire sui monti della regione con vari gruppi organizzati. Non spreca denaro,
dice, ma ne spende ovviamente molto per tutte queste attività.
Ho
capito, o penso di aver capito.
Bene.
E poi ho conosciuto altre persone che hanno fatto scelte di tipo diverso. Pure loro
si sono concesse qualche viaggio, ma nulla al confronto del primo caso. Hanno investito
nei risparmi, hanno fatto sacrifici per mettere da parte risorse da sfruttare
nei loro momenti difficili, quelli che sarebbero venuti, che arrivano prima o
poi per tutti, rari casi a parte. Sono stati economicamente autosufficienti
nella fase finale della loro vita, senza pesare mai sui figli. Non hanno
in alcun modo sprecato quello che sapevano avrebbe loro fatto comodo senza
dover chiedere aiuti a nessuno. Erano altri tempi, è vero, tempi nei quali il
risparmio era possibile anche per i ceti non avvantaggiati, ma non tutti hanno
fatto come loro, anche nella loro generazione. Molti hanno speso e si sono
goduti maggiormente la vita, per dirla chiaramente.
Questi
ultimi si sono goduti maggiormente la vita, concordo. E credo che lei invidi un
po’ chi riesce a farlo, giusto?
Certo,
giusto. Io però stavo pensando ad un modo diverso di impostare la questione. È verissimo
che pure a me piace la bella vita, e se posso me la concedo. Quello che mi
chiedo però è sin dove posso permettermelo, cioè sino a che punto posso spingermi.
Si
spieghi, per favore.
Credo
che abbiamo il diritto di raccogliere un po’ di frutti, ne sono convinto. Ognuno
di noi può e deve godere di quanto ha prodotto, cioè sfruttare il momento del
raccolto, dopo aver seminato, atteso e lavorato nell’attesa della maturazione. Il
momento del raccolto però, mi chiedo, qual è? E quali riserve occorrono
per avere una relativa tranquillità? Vede, sono queste le domande che mi pongo
ora, a livello personale. Già alcuni mi hanno detto che io potrei essere una
persona tranquilla, e non dovrei preoccuparmi del futuro, degli anni che
verranno. Quando però hanno compreso la situazione dei figli la loro certezza
si è affievolita. Io devo pensare anche a loro, non solo a me. E la situazione
ora, per tutti i giovani, non è quella che io trovai alla loro età, e neppure
quella che trovarono i miei genitori.
La
metafora del raccolto mi piace, e contiene le possibili risposte alle sue domande
iniziali. Ci rifletta. E pensi che il ciclo della campagna al quale lei si
riferisce non termina col raccolto. Vengono i mesi freddi, ed in questi mesi
diventano utili le scorte, ma dopo ritorna la primavera, ed una nuova stagione
riprende vigore. Lei giustamente si preoccupa, ma, come sa pure la
persona che ha ricordato per prima, anche i figli hanno davanti a loro
opportunità che ancora non si vedono. Trovi una sua via per risolvere la
questione, e non cerchi di imitare comportamenti che lei stesso giudica
estremi. Magari stia più vicino ad uno dei due, se vuole, ma solo più vicino. Del
resto lei è diverso da queste persone, e la sua strada deve essere diversa.
La
ringrazio. Ora ne so all’incirca come prima. Ho quasi l’impressione di aver
parlato a me stesso.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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