domenica 6 agosto 2017

l’aporìa del pollo



 
Uno
Sotto il suo gelso, all’ombra, solo un po’ infastidito da alcuni insetti che gli volavano troppo vicini, lui se ne stava seduto su una vecchia ma comoda poltrona di vimini scricchiolante. Era piovuto sino a due ore prima ma ormai l’erba era asciutta e anche le foglie dell’albero non facevano più cadere gocce. Il vento secco aveva iniziato a soffiare spazzando via anche ogni traccia residua di nuvole in cielo.

Due
Osservava il gatto, allungato sotto una panca e seminascosto dall'ombra. Non riusciva a capire se sonnecchiasse o se fosse in agguato pronto a balzare fuori su qualche passero che, di tanto in tanto, si posava a terra. Anche lui sonnecchiava ed aspettava. Le palpebre tendevano ad abbassarsi ma non voleva cedere, anche se non doveva star sveglio per qualche motivo particolare. Sicuramente aspettava.

Tre
Le attese lo avevano sempre messo di malumore, le giudicava generatrici di ansie. Sia che attendesse un evento piacevole - come un incontro d’amore - sia una possibile brutta notizia - e queste sapeva che arrivavano facendo soffrire prima e dopo - a lui non piaceva. Avrebbe voluto saltare direttamente all’evento che gli era destinato. Eppure la vita è intrisa di tempi di attesa, non è possibile asciugarla col vento secco e concentrarla. La vita si vive come arriva, sino a quando se ne va.

Quattro
E che dire dell’attesa di ciò che non si attende? Lui non aspettava nulla, aspettando. I passeri non atterravano ed il gatto forse dormiva sul serio. Se si fosse assopito magari avrebbe pure sognato, chi lo sa. A volte alcune idee gli erano venute dopo una notte di sonno o dopo un breve riposo pomeridiano. Vide persone che non incontrava da tempo, andò lontano senza muoversi dalla poltrona, incontrò lei molto giovane, si immaginò su un materassino tra le onde del mare, immerso completamente in quello che era stato. Iniziò a dormire.

Cinque (Il sogno)
Il luogo gli è noto, o così crede, ma non lo distingue con chiarezza. È immobilizzato nel corpo di qualcuno, vede con gli occhi di non sa chi, e si trova certamente in una stanza. Ora intravede un mobiletto, poi un cassetto aperto con posate, coltelli e piccoli attrezzi da cucina, e un piano con alcuni bicchieri. Vorrebbe guardare meglio ma gli occhi non li comanda lui, quindi non capisce cosa sta facendo. Ora si sposta in una piccola sala. Si rende conto che sta preparando la tavola, forse per una cena. Ma chi è lui? E chi aspetta per cena? O chi ha aspettato? Si vede muovere come se fosse in casa sua ma ogni cosa, pur familiare, gli sembra anche nuova, mai vista.
Non capisce neppure se rivive ciò che ha già vissuto, o se anticipa un futuro ancora nascosto. Semplicemente è racchiuso dentro una corazza che si muove indipendente dalla sua volontà, e non sa se prova paura o solo curiosità. Muovendosi fa cadere una forchetta.

Sei
Un suono brusco lo risvegliò. Non ricordava cosa aveva sognato, solo piccoli brandelli di immagini che si perdevano quando credeva di averli fermati. Nessuna idea nuova, o prospettiva, o soluzione o qualsiasi altra intuizione utile per stabilire dove andare, cosa fare. Rimase fermo nella stessa posizione, e gli sembrò una metafora. Non è per caso che fosse esattamente questo che desiderava fare? Forse non voleva cambiare nulla, solo trincerarsi contro tutto e tutti e fissare in modo irrazionale il tempo. La vita è mutamento, ma se non muta? Niente da fare. La vita mutava anche senza la sua approvazione, doveva arrendersi, ma ancora si trovava in un vicolo cieco.

Sette
Si sentiva come quel pollo che spuntava da dietro la casa, disarmato ed indeciso, attento solo al presente. Gli bastava trovare da beccare, zampettare liberamente e allontanarsi dai pericoli.
Attorno a sé non trovava più nulla da beccare, aveva mangiato tutto. Allontanandosi dal cortile avrebbe avuto nuovo cibo, lo vedeva, ma non si era mai spinto oltre il confine. Rimaneva a rispettosa distanza dal gatto e notava che i passeri scendevano a terra oltre il cortile, prontissimi a riprendere il volo al primo segnale di movimenti pericolosi. Lui però era un pollo, non un passero capace di volare, né un gatto in grado di attaccare e, all’occorrenza, difendersi.

Conclusione
Rimase seduto sotto il suo gelso, all’ombra, e concluse di non essere né un passero né un gatto. Forse neppure un pollo.

                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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