Se mi perdo nel
labirinto chi mi viene a salvare, chi mi fa trovare l’uscita?
Quello pensava, o credeva di pensarlo, a metà
tra sonno e veglia, il dottor Vincente, e quando aprì gli occhi, accettando il giorno,
non fu in grado di capire se era un regalo nuovo oppure un avanzo del giorno
precedente e di tutti gli altri giorni prima di quello. E il labirinto? Non capiva
perché proprio il labirinto, mentre quello si dissolveva, e anche l’interrogativo
con lui.
Non mi perdo quasi mai,
si disse andando in bagno con l’urgenza che ultimamente avvertiva antipatica,
quando meno sembrava opportuna. In effetti raramente si perdeva, era intonato
ed aveva un bel culo. Queste sue tre qualità gli apparivano obiettive, e non
necessitava di conferme per continuare a crederlo. Ci credeva, del resto, da
oltre 50 anni.
Per perdersi non si era mai perso in modo drammatico, è vero, ma
si era perso, gli era successo di rado, ma era avvenuto, oltretutto a piedi, in
una città che alla fine trovò che avesse le vie troppo simili le une alle
altre. La colpa non era sua, ma di quella città pianificata male,
evidentemente.
Intonato poi lo era senza dubbi. Sapeva cantare
alcune canzoni con trasporto ed entusiasmo, quando ancora lo aveva, l’entusiasmo.
Da qualche anno cantava sempre meno. Ma è noto che quando si sa cantare, quando
si ha il dono, lo si può fare in ogni occasione, appena capita un motivo per il
quale valga la pena farlo. Un motivo per essere allegro, insomma.
E del culo che dire? Che era la sua parte
fisica migliore. Senza esitazioni. Lo era stata, probabilmente, gli diceva una
vocina sommessa che non voleva ascoltare, ma ora? Ora non cambia nulla. È così!
Dire che ultimamente faceva discorsi demenziali
era un eufemismo (a voler essere buoni autoreferenziali, senza contraddittorio).
Il tempo per discutere non lo aveva più, lo giudicava tempo perso, e discutere
per cosa poi? Di fronte a certe frasi introduttive già ne intuiva lo sviluppo,
nelle teste altrui, prevedeva commenti e controdeduzioni, e tutto si risolveva
in un'immensa fatica ed in uno spreco di concentrazione.
Guai a dirgli che stava diventando superficiale.
Chi si azzardava a farlo ne riceveva repliche velenose, piccate, in definitiva
sulla difensiva. Ammettere di voler arrivare alle conclusioni prima che gli
altri potessero sviluppare il loro pensiero mai. Se volevano spingerlo a quello,
malgrado intuisse che non avevano tutti i torti, avevano sbagliato, e di molto.
Del resto contava troppo sui suoi trascorsi allori,
era innegabile. Sembrava spazientito se qualcuno si complimentava con lui, ma
si alimentava ancora di quello. Erano trascorsi ormai 15 anni da quando era in
pensione, alcuni non lo avevano mai conosciuto sul lavoro, altri se ne erano
già andati, prima di lui, troppo presto, pensava. E il labirinto lo aveva
percorso, in ogni suo angolo, per ogni tratto, aveva trovato i punti senza
uscita e li aveva scartati. Lo stesso nella vita. In quel caso tuttavia non
aveva percorso tutte le strade, alcune portavano al nulla ed altre non erano
mai state alla sua portata. Ugualmente aveva fatto il suo percorso, vicoli
ciechi compresi, e ne era uscito.
Il modo per uscire sempre da ogni labirinto
tradizionale, a due dimensioni, lo sapeva, consisteva nel camminare sempre
vicino ad una delle due pareti. Non importa se all’ingresso avesse deciso per
la destra o la sinistra. Andava bene in ogni caso. Avrebbe fatto un percorso
lungo, è chiaro, ma sarebbe uscito. Anche un vicolo cieco avrebbe superato, in
quel modo. Il suo metodo, doveva ammettere, a volte gli faceva ignorare intere
aree, che per lui restavano sconosciute. E gli erano rimaste
sconosciute, sino a quel momento, malgrado i suoi anni. Se avesse voluto
provare a scoprire l’ignoto avrebbe dovuto staccarsi da una delle pareti che
stava seguendo, ed avrebbe rischiato di perdere in modo irrimediabile la
strada.
Se mi perdo nel
labirinto chi mi viene a salvare, chi mi fa trovare l’uscita? Non è che ho
perso il contatto ed ora mi muovo senza la possibilità di recuperare l’uscita? Dove
sono capitato? Chi mi aiuta? Ed io chi ho aiutato, che sino ad ora non ho
voluto staccarmi dalla mia parete?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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