Te lo dico subito, per essere onesto: meglio
che non sia io a dover decidere. Fosse per me le cose non andrebbero come
vanno, ma io so di essere pericoloso, e non mi fido di quello che potrei fare. Sono
partigiano, vendicativo e permaloso, seguo i miei interessi, non sono generoso
come a volte mi si crede, anzi, sfioro la taccagneria. Amo essere adulato, ma
non troppo, altrimenti mi sento preso in giro, e poi, e poi mi fermo, ma potrei
continuare ancora abbastanza.
Fosse per me la vita sarebbe una passeggiata
lungo un viale, in primavera, con diversi amici e qualche animale, senza alcun dolore,
rimpianto o rimorso, niente paura del domani, e un futuro senza inutili
difficoltà.
Non avrei perso nessuno lungo il cammino,
assolutamente nessuno, e godrei finalmente di un carattere decente.
L’unica nostalgia ammessa sulla terra sarebbe quella
per ciò che si farà dopo, per chi si vedrà tra qualche ora o qualche giorno. Nessuno
dovrebbe avere paura di perdere chi ama, di vederlo soffrire, o di doverlo
lasciare.
Sarà anche naturale, ma la natura non mi piace. Mi ci sono trovato
prigioniero dentro, non ho chiesto io di arrivare, e pure io non ho chiesto
prima a chi ho fatto venire per sapere se questo gli interessava. Mi contraddico, e lo faccio spesso.
Vorrei svegliarmi come da un sogno (questo che
viviamo è un sogno), e poi vorrei che ogni cosa finalmente andasse nel modo
giusto. Solo questo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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