venerdì 13 novembre 2015

…fammela vedere…




Quelli stanno assieme ma non sono sposati in chiesa, non va bene, non va bene per nulla. Saranno puniti, la cosa non porterà buoni frutti, non ne porterà nessuno. Tutti dovranno pagare, loro per primi pagheranno… ecco, questo stava pensando camminando col volto tirato e con lo sguardo sfuggente Antonio, in quella via deserta, fatta apposta per far lievitare istinti omicidi o suicidi, a libera scelta degli interessati. Il suo integralismo latente era sempre più insofferente del silenzio, e si manifestava appena poteva, anche se non riusciva sfogarsi con nessuno.

Il fatto che da oltre sei anni nessuna donna si volesse avvicinare a lui era causa o conseguenza del suo umore? Probabilmente causa, visto che nel piccolo paese le voci giravano e ormai la sua impotenza era un fatto conclamato e condiviso. Gli amici non facevano battute in proposito, del resto lui non aveva amici, quindi che si impiccassero, se volevano, quelli che negli anni lo avevano scordato ed avevano fatto solo i comodi loro.

Quell’Imelda poi era stata una vera stronza, e a ripensare alla sera del 12 settembre di alcuni anni prima ancora arrossiva e bolliva di rabbia. Era acqua passata ma lui c’era annegato dentro, accidenti, era morto allora. Per reazione si era chiuso ancora di più nelle sue manie, camminava vicino ai muri e vestiva quasi sempre di scuro. Per alcuni era sicuramente un menagramo, e questo allontanava ancora di più gli altri, e non solo le donne. Allo stesso tempo gli aveva fatto calare attorno una sorta di cappa protettiva; chi si azzardava a deridere chi ti faceva capitare le disgrazie? Nessuno! Appunto.

In realtà a parte uno scontro frontale tra due ciclisti che si erano distratti entrambi per urlargli per strada qualche offesa vigliacca lui non era mai stato coinvolto in incidenti o casualità tragiche, né direttamente né indirettamente, ma le voci, si sa, quando partono poi non si fermano più.

Una sola debolezza si concedeva dal punto di vista affettivo, una sola. Allevava una coppia di canarini particolari da quasi un anno. Gli piacevano, continuavano a cantare, ed avevano una specie di ciuffetto in testa che compariva solo quando sembravano arrabbiati. Cantavano e gorgheggiavano entrambi che era un piacere ascoltarli. Si rilassava, così, e stava bene. Per loro aveva comprato una grossa voliera, non una gabbietta, e la teneva sul poggiolo. Quei due però non volevano saperne di deporre uova e poi di allevare pulcini. La femmina non mostrava alcun interesse per il nido che lui aveva predisposto. Eppure il venditore gli aveva spiegato che la stagione giusta era arrivata da un pezzo. Che strana questa cosa.

Alcuni mesi dopo iniziò a spazientirsi. Lui li aveva sposati, aveva fatto una breve cerimonia, perché anche con i canarini bisogna fare come si deve. Loro forse avevano capito, anzi, avevano capito, ne era sicuro, e si erano buttati golosi sulla selezione speciale di piccoli semi che aveva preparato al posto della torta nuziale. Lui li aveva sposati e quelli non volevano consacrare la loro unione con una bella nidiata. Non era possibile. Forse erano malati. Doveva portarli da un veterinario.

Tre giorni dopo con una piccola gabbietta era nella sala d’aspetto del dottor Pistelli, l’unico veterinario del paese vicino al suo. A Trebiscondi non c’era nessun veterinario, ed aveva dovuto prendere un autobus per portare la sua coppia di canarini (Leo e Lea, scordavo di dirne nome) a far visitare dallo specialista.

Il vecchio veterinario rimase un po’ stupito quando lui gli ebbe spiegato il problema ed ebbe ispezionato i due pennuti.
-        Ma tu mi dici come fanno due maschi a fare uova, benedetto ragazzo?
-        Come due maschi?
-        Mi sa che tu non conosci le femmine canarine, e nemmeno chi te li ha venduti. Ti conviene tornare al negozio e prendere una femmina al posto di uno dei due maschi…

Durante viaggio di ritorno in autobus Antonio si rese conto che aveva sposato due maschi.



Quando il destino vuol giocare
non c’è verso, sa come fare.
Certo che tu, per iniziare,
dovevi dire: fammi guardare…


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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