domenica 22 novembre 2015

Le cose e l’attesa




Comprare una statuetta credi che ti renderà più belli i giorni? Fai sorridere, sei ingenuo e ipocrita. Invece di dare quei soldi a chi ci poteva mangiare li hai spesi per una tua fantasia di felicità che, ricorda, è legata alle persone, mai alle cose.
E la gente in festa? Credi sia veramente in festa come la vedi tu? Credi sia giusto invidiare chi ha pagato più di te per quello che è oggi? Chi ha vissuto lo sa, ma tu non hai vissuto nel mondo reale, lo hai fatto in uno inventato, costruito ad arte, che impiegherebbe tre secondi a crollare se appena trovasse un persona intelligente che ti dedicasse un po’ del suo tempo e ti dicesse come sta la faccenda.

E del fatto che hai problemi vogliamo parlarne? Pensi di averne ora o averne avuti solo tu? Ti vedo impaurito, aggrappato ad idee che non confesseresti sotto tortura, e speri che tutto si risolva, che ogni casella vada al suo posto, quello che tranquillizza, che rende spensierati. Anche i giorni che stanno arrivando non aiutano, è evidente. Troppe aspettative. L’educazione religiosa che non ti lascia, gli stimoli esterni, le luci e la musica, lo stesso clima.
Se pensi a quanti non possono accettare quello che a te non pesa tanto, perché a loro porta più dolore di quanto ne porti a te allora un po’ sei costretto a riflettere, un po’. Pubblicamente puoi anche fare certe affermazioni, ma poi ti conviene ripensarci, e tentare di capire sin dove sono corrette.

Tu non ascolti, non ascolti nessuno. Non hai il buon senso di ammettere la tua debolezza, che sarebbe un buon inizio, se non proprio l’atteggiamento risolutivo. E del resto non risolveresti nulla in ogni caso. Tutt'al più guadagneresti un po’ di tempo. A volte trovi tranquillità leggendo un libro, perdendoti in storie lontane, che distraggono. Anche quelle possono servire come passatempo (come se tu ne avessi tanto, di tempo, da sprecare), ma non ti danno nulla; se semplicemente ti consolano non ti servono, sono solo storie.

E allora, che devo fare? Mi sembra esattamente di sentirti mentre mi fai questa domanda. Non ho risposte. So che le cose non contano, o almeno non come le vedi tu in certi momenti. Le cose ti legano alle persone, è quello il loro valore, e tu questo lo capisci benissimo, ma in parte. Le cose come un angolo di città, un locale, una stanza, un bicchiere, una sedia, un vecchio abito, un muretto, un telefono, un lampadario, una porta che mostra i segni del tempo, un’intera casa, le tue penne e i tuoi LP… cosa associ a loro?  Chi ti ricordano? Dietro alle cose ci sono le persone. E tu, di queste, persone, quante ne potresti rivedere, a parte quelle che se ne sono andate per sempre? Ecco, questa è in parte una risposta alla tua domanda. E per il resto le paure sono tutte tue, nessuno te le può togliere. Tu puoi però tentare di essere vicino a chi vive paure simili, non esattamente come le tue, certo, ma sempre paure umane, molto simili, enormi e tanto piccole. E poi tenta di vivere, una volta per tutte, che sarebbe ora, finalmente.


                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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