mercoledì 25 novembre 2015

Ma tu diventeresti amica/o di una/o sconosciuta/o?

Informativa sulla privacy

Quante volte l’ho fatto, e quante altre lo farò ancora, immagino: spiegare perché, peggio di un somaro che si impunta, tento di salvare una parvenza di anonimato in rete, cercando di non mettere mie immagini se non il minimo indispensabile (una pic).
Potrei fare discorsi sulla sicurezza dei dati, come in qualsiasi lezione scolastica un rappresentante della polizia postale spiegherebbe ai ragazzi cosa è meglio evitare. Non ho più da tempo però l’età dei ragazzi, quindi in parte il mio discorso sarebbe fuori luogo.
Una volta avevo la scusa che mi volevo sentire libero dal controllo sociale, e che col mio lavoro volevo conservare la libertà personale da un lato ed il rispetto non solo formale del mio ruolo pubblico. Anche quel motivo è venuto meno, ed infatti ora ho la mia immagine, sui profili che uso, e non un disegnetto luciferino.
Poi vorrei evitare penose rimpatriate con ex compagni universitari, di liceo, di scuola media o peggio, di elementari. Dopo tanti anni no, il tempo è finito. Siamo diversi, cioè cambiati. La cosa mi metterebbe solo in imbarazzo. Tu che hai fatto, che bella casa hai, come sei ben inserito, come sei fortunato (o sfortunato, emarginato, senza una casa…)?

Col tempo mi è venuto il tic di scrivere su questo blog come se fosse uno diario pubblico. Altra complicazione, e contraddizione. Ma come, tu che vuoi l’anonimato e la privacy scrivi di cose tue, le metti in piazza?  Ma non è la stessa cosa, penso io. Prima di tutto quando racconto la realtà è sempre filtrata, in qualche modo. E poi sono un timido esibizionista. Non so come spiegare meglio questa faccenda.

Un rapporto esplicito è più onesto, è evidente che lo è. Se io mettessi il nome e il cognome con più dati personali avrei molta più facilità ad iniziare rapporti in rete, o a proseguirli, dalla vita fuori rete. Se ad esempio mirassi a pubblicare un libro o a vendere un prodotto non potrei farne a meno. Ma non voglio vendere nulla a nessuno. Non voglio importunare nessuno, e neppure imporre cose mie a chi non è interessato.  Quindi accetto un inizio di sospetti, o di rifiuti. Lo metto in conto. A tante persone vorrei arrivare, perché le giudico positive, stimolanti, ma molte non accettano un Asphelo un po’ strano, o che dice poco di sé, e quindi perdo molte occasioni. Del resto chiunque abbia oltre mille amici su Facebook o segua oltre mille persone su Twitter non può immaginare di avere con tutte un rapporto profondo, condividendo ogni cosa. È semplicemente impossibile.

E allora? Distacco netto tra vita in rete e vita in strada? Per nulla. Alcune persone conosciute in precedenza fuori dalla rete ora sono miei contatti qui. E alcune persone conosciute qui poi le ho incontrate di persona, o sono stato riconosciuto, in strada, da loro. È stato piacevole ed immagino che la cosa continuerà. Poi quello che può nascere da un incontro casuale (in rete o in strada) chi può prevederlo? Io non lo so. Mi spiace solo che un rifiuto elimini ogni possibilità, e che una mia maggiore trasparenza faciliterebbe l’approccio, ma in fondo non sono perfetto, e neppure tu che mi leggi lo sei, quindi, se puoi, perdonami. Ho tentato di spiegarmi e spiegarti. Sono anni di presenza in rete che mi hanno portato a questo, e non me ne sono mai pentito. Tento di non fare cose sbagliate, spero di riuscirci, ed il resto lo deciderà il tempo, il nostro signore implacabile.

                                                                                                        Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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