Loro
sono il male, e solitamente stanno attorno a San Nicola, sul quale la
tradizione dice che non abbiano alcun potere. Anzi. Sono loro, i krampus, a
dover rispettare Nicola, santo non per nulla, che sa come trattare il diavolo
ed il male.
Si
raccontano leggende in proposito, e la tradizione di festeggiarli è diffusa in
molte zone alpine italiane dell’area tedesca o influenzate da quella, paesi del
Trentino compresi. Il male viene rappresentato, reso pauroso, rumoroso e
fastidioso, ma è visibile, per una volta, e si può combattere.
È
un male accettabile, che si capisce, che spaventa ma neppure troppo. Diventa un
gioco fingere di aver paura di questi orribili personaggi pelosi e più alti
della media, armati di bastoni, a volte, ma non di rado con qualche caramella
nelle loro tasche misteriose.
Si
racconta di un krampus che si divertì, una sera di dicembre, a spaventare una
ragazza che se ne stava tornando a casa, visto che iniziava a far tardi. Lei
non si sa esattamente quanto si spaventò, e neppure è dato conoscere se l’orrenda
maschera volle infierire sulla malcapitata che si era trovata, casualmente,
isolata dalle sue solite amiche.
È
noto invece che la primavera successiva, in paese, era nato un nuovo amore. Quella
ragazza, forse per riprendersi da uno spavento invernale, si era invaghita di
un giovanotto che a sua volta non mancava occasione per cercarla, portarle
fiori, farle un sorriso. La cronaca poi registra che il nome del ragazzo risultava
nel gruppo degli animatori che, in dicembre, indossavano i panni dei krampus.
Ma
se ancora i Krampus ti fanno paura, meglio se aspetti gli Sternsinger.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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