mercoledì 5 luglio 2017

Contraddizioni sui migranti





Per il nostro governo e per una parte dei nostri concittadini noi non stiamo subendo un’invasione di migranti, cioè di persone che fuggono da guerre e fame, e che in sostanza cercano di salvarsi la vita o di migliorare le loro condizioni, tuttavia chiediamo all’Europa di farsi carico di una parte di questi uomini, donne e bambini e di non ospitarli solo noi, che con un accordo che ora si vuole rimettere in discussione, abbiamo accettato che fossero sbarcati solo sulle nostre coste. In sostanza o è un’emergenza reale che noi da soli non possiamo fronteggiare oppure è una situazione che invece potremmo gestire, meglio, anche con le sole nostre forze.

Noi siamo un popolo di santi, poeti, navigatori e furbi. In altre parole pensiamo che sia sempre meglio imitare chi deruba lo Stato avendone un tornaconto personale piuttosto che pretendere che i privilegi e le furbizie siano combattuti contro tutti, rinunciano noi per primi a quelli che ci illudiamo siano vantaggi anche per chi è più in difficoltà. Invece il sistema è congegnato in modo tale che i ricchi diventano sempre più ricchi, approfittando di buoni avvocati, consiglieri finanziari e coperture da parte di molti al potere e gli altri, facile preda di propaganda deviante, credono di poter migliorare la loro condizione scegliendo atteggiamenti populisti. Cioè la nostra legge permette a chi sa usarla a proprio vantaggio, di vivere al di fuori della legge, o al di sopra. Ovviamente alcuni, anche stranieri, ne approfittano, e noi vediamo solo questi, non il vicino magari artigiano che lavora in nero e gira con una grossa auto mentre risulta per il fisco quasi un mendicante. Noi vediamo gli spacciatori, spesso di colore, ma prima di tutto li lasciamo operare senza fermarli, oppure se arrestati poi li liberiamo subito, mentre non vogliamo vedere i tanti clienti italiani come noi che mantengono in piedi tutto il sistema. Anche in questo caso non abbiamo leggi adatte oppure non le sappiamo applicare in modo corretto, e vediamo solo l’extracomunitario che delinque, non l’italiano.

Non rifiutiamo chi arriva da paesi dove la donna vive ancora come vivevano le nostre donne circa 100 anni fa e più, e scordiamo il lungo cammino che noi stessi abbiamo fatto per ottenere diritti civili più rispettosi, e vediamo i migranti come persone che non rispettano le nostre conquiste sociali (esattamente come negli anni 50 si vedevano gli emigranti interni che dal sud si spostavano per lavorare nelle fabbriche del nord dell’Italia) e non come persone che si adatteranno alle migliori opportunità e si integreranno, esattamente come hanno fatto i nostri nonni ed i nostri padri, creando ricchezza.

Alcuni sono definiti buonisti (parola orrenda ed infamante) perché difendono l’accoglienza senza se o ma, mentre occorre capire che il mondo è uno spazio finito, e che la popolazione mondiale non può crescere senza controlli all’infinito. Quindi, per logica, ne deriva che pure l’Itala è un Paese dal territorio e dalle risorse limitate e non può, neppure con la migliore disponibilità possibile, offrire ospitalità a tutta l’Africa e a tutte le altri parti del mondo dalle quali milioni di nostri simili fuggono per guerre, carestie e condizioni di vita disumane. Quindi non possiamo chiudere le porte, come vorrebbero alcuni, e neppure aprirle completamente. Occorre mediare e trovare un equilibrio sostenibile, senza contraddizioni né deviazioni di alcun tipo.

L’Italia è un piccolo paese nel mondo, anche se unico per storia, cultura e ricchezza artistica, quindi non può fare a meno dell’Europa. Allo stesso tempo deve ottenere la giusta considerazione tra gli altri Paesi del nostro continente e non ritrovarsi in una disputa epocale che vede in campo i nostri egoismi schierati contro gli egoismi europei. Ed i migranti stanno diventando una delle contraddizioni della solidarietà con le quali era nata all’inizio la comunità tra paesi che si erano combattuti per secoli.

Nel mio caso personale poi ho vissuto due anni tragici di convivenza, nel mio condominio, con stranieri che si accoltellavano sulle scale e ci impedivano di dormire pure di notte ma, ancora una volta, il problema iniziale non erano loro, ma il nostro mancato controllo. In altre parole un imprenditore locale, per suo comodo, usava un appartamento per alloggiare alcuni suoi operai provenienti da Pakistan, Tunisia, Albania ed altri Paesi ancora. Ufficialmente avrebbero dovuto essere solo in 6 o forse 8, in realtà l’imprenditore non esercitava alcun controllo e di fatto spesso in questo appartamento gravitavano decine e decine di altri spesso di etnie in lotta continua una con l’altra. Sarebbe bastato poco quindi perché un italiano stroncasse sul nascere un problema che lui stesso aveva creato perché interessato solo al proprio andamento aziendale e non alle condizioni nelle quali faceva vivere i suoi stessi operai extracomunitari.

Non credo servano altri esempi per capire che la soluzione ai problemi non è facile, comunque li si voglia affrontare, ma che in tutti i casi partiamo da situazioni nelle quali la responsabilità italiana in tema di migranti è notevole, se non primaria.



                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana