Carne, siam fatti di carne, ossa, liquidi e gas.
Siamo macchine quasi perfette ma programmate come certi elettrodomestici anche di
marche prestigiose. Dopo un certo numero di anni ci rompiamo, e tanti saluti a
tutti quelli che restano, sollevati o demoliti che siano dalla nostra partenza.
Il fatto che esistano medici per il corpo e
psichiatri per la mente significa pure che, entro certi limiti, possiamo essere
riparati. Entro certi limiti, ribadisco, perché a tutto c’è un limite. Siamo mortali.
Non siamo sostituibili, nel senso che ognuno di
noi è unico, irripetibile, nel bene e nel male. Siamo però imitabili, ed
infatti qualcuno assomiglia a qualcun altro, o ricorda qualcun altro.
Siamo pure sostituibili, perché il
nostro posto può essere occupato da un’altra persona, anche se quella poi non farà
esattamente le cose che facevamo noi.
Aggiungo che i nostri ospedali non funzionano come
la clinica del parabrezza. Quella il parabrezza non lo cura, lo
cambia. Rottama il vecchio che si è rotto o danneggiato e ne monta uno nuovo. Se
gli ospedali operassero allo stesso modo ora non sarei qui a scrivere, ci
sarebbe un altro al mio posto, e quello avrebbe ancora una moglie, ma non saresti
tu.
Siamo un po’ macchine, insomma, ed un po’ qualcosa
di diverso che ancora non ho capito esattamente cos’è. Da biologo dovrei sapere
cos’è la vita, ma l’aver studiato non mi ha portato alcuna certezza in più,
semmai il contrario. A volte mi viene il dubbio che ne sappia di più sull’essenza
del vivere una farfalla (che prima era un bruco) di uno scienziato premio Nobel
per la medicina.
Ti dico questo tentando di sorridere, come mi
hai sempre detto di fare, ma non sono per nulla allegro. Quello che non mi va
non mi va, e non sono capace di recitare parti che non sono le mie. In passato mi
sono adattato a situazioni nuove, ed ho cercato soluzioni ai problemi che mi
toccavano. Ora la tua partenza mi mette di fronte a difficoltà che non avevo previsto
in tutte le loro conseguenze, e mi ritrovo spiazzato. È la vita, dirai tu, che naturalmente si
conclude con la morte, esperienza comune a tutti gli esseri umani. Va bene. Ma non
va bene per nulla.
Son fatto di carne anch’io, come lo eri tu. Come
macchina non sono perfetto ma non mi va di sostituirmi con un altro, o di
sostituirti con un’altra. È un problema non da poco, ma la soluzione da qualche
parte la trovo, se mi aiuti.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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