Non
capire se è giorno ancora o già tramonto, se la direzione è quella giusta, se
ogni cosa andrà al suo posto, se le paure sono infondate e stupide, se il
ricordo avrà il suo giusto spazio, se tu resterai con me in ogni caso, nel mio
sempre, nel mio cuore e nella mia mente, se era giusto quello che è successo,
se tra un incendio ed un nubifragio questa estate alla fine sarà estate come
dovrebbe essere lasciando spazio anche alla pace.
Nei
pensieri che si accavallano a volte credo sia giusto che io accetti una certa
condizione e che tu ne sia stata risparmiata. Ho sempre pensato che avrei
preferito il contrario, tuttavia questa considerazione mi consola. Subito dopo
però è il contrario. Sei stata derubata non solo del dolore, e di questo non
posso che esserne felice, ma anche del resto, di tutto il resto, cioè di quanto
è oltre e riempie la vita di chi vive. Io scenderei a patti col diavolo o con
chiunque, credo, se me ne fosse data la possibilità, se potessi mutare i fatti.
Ma non posso. E non so neppure se il diavolo esiste. Di certo, per quanto
riguarda noi esseri umani, sappiamo benissimo come essere indegni di definirci
uomini raggiungendo abissi di male impensabili.
Sentirmi
bene non mi consola, mi fa sentire in colpa.
E
come mai?
Sento
come se non fosse giusto, lei non può farne parte.
Ma…
Lo
so cosa vuol dire. A parti invertite io sarei felice, se fossi al suo posto non
la vorrei veder star male, certo non essere scordato, ma la vorrei felice.
E
con…
Ed
accetto il disordine dentro e fuori, mi sta bene l’accumulo di oggetti piccoli
e grandi, fermo l’istante non spostando un pacchetto, ascolto consigli ma non
tutti li metto in pratica, devono partire da esigenze che senta mie. E penso
che vorrei raccontare, e continuare raccontare, senza smettere mai. Solo che
non è possibile farlo, non servirebbe neppure, la vita non si può solo
raccontare, occorre viverla. Se non si vive, se non si è vissuto, non si ha
nulla da raccontare, si possiedono solo domande. Anche se si è vissuto però rimangono
domande, quelle non mancano mai. Se dovessi fare un bilancio tra cose capite e
domande sospese sono certo che le seconde sarebbero di gran lunga in
maggioranza. Come è giusto che sia. Una domanda presuppone una meta da
raggiungere, o meglio una tappa. La risposta alla domanda, se arriva, porta
altri dubbi ed incertezze, e può aprire nuovi mondi. La vita non è matematica
elementare, ha troppe variabili ed incognite, e le risposte sono aperte. Si adatta
raramente a definizioni rigide, e la burocrazia dei moduli è solo una
convenzione utile a distrarci dalle cose più serie.
Vedi
come mi arrampico sugli specchi? Sorridi? So che non sono un geco, non
prendermi in giro. Anzi, continua. Mi fa piacere. Ciao, Viz
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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