Per il nostro governo e
per una parte dei nostri concittadini noi non stiamo subendo un’invasione di
migranti, cioè di persone che fuggono da guerre e fame, e che in sostanza
cercano di salvarsi la vita o di migliorare le loro condizioni, tuttavia
chiediamo all’Europa di farsi carico di una parte di questi uomini, donne e
bambini e di non ospitarli solo noi, che con un accordo che ora si vuole
rimettere in discussione, abbiamo accettato che fossero sbarcati solo sulle
nostre coste. In sostanza o è un’emergenza reale che noi da soli non possiamo
fronteggiare oppure è una situazione che invece potremmo gestire, meglio, anche
con le sole nostre forze.
Noi siamo un popolo di
santi, poeti, navigatori e furbi. In altre parole pensiamo che sia sempre
meglio imitare chi deruba lo Stato avendone un tornaconto personale piuttosto
che pretendere che i privilegi e le furbizie siano combattuti contro tutti,
rinunciano noi per primi a quelli che ci illudiamo siano vantaggi anche per chi
è più in difficoltà. Invece il sistema è congegnato in modo tale che i ricchi
diventano sempre più ricchi, approfittando di buoni avvocati, consiglieri
finanziari e coperture da parte di molti al potere e gli altri, facile preda di
propaganda deviante, credono di poter migliorare la loro condizione scegliendo
atteggiamenti populisti. Cioè la nostra legge permette a chi sa usarla a
proprio vantaggio, di vivere al di fuori della legge, o al di sopra. Ovviamente
alcuni, anche stranieri, ne approfittano, e noi vediamo solo questi, non il
vicino magari artigiano che lavora in nero e gira con una grossa auto mentre
risulta per il fisco quasi un mendicante. Noi vediamo gli spacciatori, spesso
di colore, ma prima di tutto li lasciamo operare senza fermarli, oppure se
arrestati poi li liberiamo subito, mentre non vogliamo vedere i tanti clienti
italiani come noi che mantengono in piedi tutto il sistema. Anche in questo
caso non abbiamo leggi adatte oppure non le sappiamo applicare in modo
corretto, e vediamo solo l’extracomunitario che delinque, non l’italiano.
Non rifiutiamo chi
arriva da paesi dove la donna vive ancora come vivevano le nostre donne circa
100 anni fa e più, e scordiamo il lungo cammino che noi stessi abbiamo fatto
per ottenere diritti civili più rispettosi, e vediamo i migranti come persone
che non rispettano le nostre conquiste sociali (esattamente come negli anni 50
si vedevano gli emigranti interni che dal sud si spostavano per lavorare nelle
fabbriche del nord dell’Italia) e non come persone che si adatteranno alle
migliori opportunità e si integreranno, esattamente come hanno fatto i nostri
nonni ed i nostri padri, creando ricchezza.
Alcuni sono definiti
buonisti (parola orrenda ed infamante) perché difendono l’accoglienza senza se
o ma, mentre occorre capire che il mondo è uno spazio finito, e che la
popolazione mondiale non può crescere senza controlli all’infinito. Quindi, per
logica, ne deriva che pure l’Itala è un Paese dal territorio e dalle risorse
limitate e non può, neppure con la migliore disponibilità possibile, offrire
ospitalità a tutta l’Africa e a tutte le altri parti del mondo dalle quali
milioni di nostri simili fuggono per guerre, carestie e condizioni di vita
disumane. Quindi non possiamo chiudere le porte, come vorrebbero alcuni, e
neppure aprirle completamente. Occorre mediare e trovare un equilibrio
sostenibile, senza contraddizioni né deviazioni di alcun tipo.
L’Italia è un piccolo
paese nel mondo, anche se unico per storia, cultura e ricchezza artistica,
quindi non può fare a meno dell’Europa. Allo stesso tempo deve ottenere la
giusta considerazione tra gli altri Paesi del nostro continente e non
ritrovarsi in una disputa epocale che vede in campo i nostri egoismi schierati
contro gli egoismi europei. Ed i migranti stanno diventando una delle
contraddizioni della solidarietà con le quali era nata all’inizio la comunità
tra paesi che si erano combattuti per secoli.
Nel mio caso personale
poi ho vissuto due anni tragici di convivenza, nel mio condominio, con
stranieri che si accoltellavano sulle scale e ci impedivano di dormire pure di
notte ma, ancora una volta, il problema iniziale non erano loro, ma il nostro
mancato controllo. In altre parole un imprenditore locale, per suo comodo,
usava un appartamento per alloggiare alcuni suoi operai provenienti da
Pakistan, Tunisia, Albania ed altri Paesi ancora. Ufficialmente avrebbero
dovuto essere solo in 6 o forse 8, in realtà l’imprenditore non esercitava
alcun controllo e di fatto spesso in questo appartamento gravitavano decine e
decine di altri spesso di etnie in lotta continua una con l’altra. Sarebbe
bastato poco quindi perché un italiano stroncasse sul nascere un problema che
lui stesso aveva creato perché interessato solo al proprio andamento aziendale
e non alle condizioni nelle quali faceva vivere i suoi stessi operai
extracomunitari.
Non credo servano altri
esempi per capire che la soluzione ai problemi non è facile, comunque li si
voglia affrontare, ma che in tutti i casi partiamo da situazioni nelle quali la
responsabilità italiana in tema di migranti è notevole, se non primaria.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.