Lui è guardingo, esce dal rifugio sempre in momenti
diversi, prima annusa l’aria e alza le orecchie facendole ruotare. E ancora
attende in silenzio, per essere sicuro che attorno nulla si muova, osservi,
respiri, stia in agguato o sia in zona per caso.
Esce veloce e rimane ancora qualche minuto
sotto un arbusto. Osserva l’anfratto da dove è appena sbucato, e si guarda
attorno. Per sua natura, o scelta, vive solo, quindi non deve difendere una
femmina o una cucciolata. Tuttavia è proprio la sua condizione a spingerlo alla
prudenza. Teme chi potrebbe assalirlo perché non avrebbe un branco a prendere
le sue difese, ad accompagnarlo.
Si spinge raramente oltre il limite che si è
imposto, e conosce bene il territorio che si è scelto, tuttavia ad ogni uscita
prende una direzione diversa da quella delle uscite precedenti. E quando esce
si obbliga a non programmare il rientro. Tornerà quando lo deciderà, e questo
succederà magari dopo nemmeno un’ora oppure trascorsi giorni e giorni.
Un anno prima ha visto un gruppo di suoi simili
che viveva in gruppo, una specie di famiglia allargata, ma ha fatto attenzione
a non farsi vedere da loro. È rimasto a guardarli a lungo senza che se ne
rendessero conto. Si è chiesto come lo avrebbero accolto se si fosse mostrato. Lo
avrebbero accettato o rifiutato, o magari ucciso? Un po’, solo un po’, ha
rimpianto i suoi anni giovanili, quando pure lui viveva in una famiglia simile.
Non è tempo di rimpianti o ricordi, è quello
della sopravvivenza.
Si
muove velocemente sul terreno e trova sempre la sicurezza che cerca tra alberi,
piccole radure in penombra, grosse rocce e costruzioni abbandonate. Nelle sue
uscite, quando arriva ad una sorgente o ad una pozza di acqua pura, beve come
se non avesse mai bevuto prima, beve anche per i giorni che verranno, per
quando non è sicuro che troverà ancora acqua. Lui è un animale previdente e prudente.
Quando torna nel suo rifugio si sente di nuovo al
sicuro. Ha imparato a non pensare, a lasciare che il tempo trascorra e che le
stagioni passino. Dopo un inverno, lo ha capito, viene la primavera, e poi l’estate.
Forse un giorno deciderà di farsi trovare, o di mostrarsi. Intanto vive
prudentemente nel suo rifugio.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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