Io
ti telefonavo, tutte le sere, e poi improvvisamente non è stato più possibile. Ora
spiegami che il tempo continuava il suo cammino e non stava immobile, ad
aspettare che ti ritrovassi uguale. Spiegamelo, forse lo capirò.
E
tu, invece, che sentivo vicina anche da lontano, ed ora non posso più sentire, né
da vicino né da lontano? Tu non dici nulla ma il tuo silenzio rompe i timpani,
è un fatto oggettivo, somatico, viscerale e non controllabile.
Raccontarlo
serve, mi serve, ti riporta al presente, non ti lascia scappare o nasconderti o
tentare di sparire.
Non
sei sostituibili, devi entrare a far parte in modo meno doloroso della mia
vita, certo, ma non puoi andare.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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