mercoledì 15 marzo 2017

sera

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Avevo un collega che mi era simpatico, positivo, a suo modo impegnato, disponibile sempre e generoso se serviva dare una mano.
Verso la fine, purtroppo, prima di andare in pensione, ha iniziato a perdere colpi, a non essere più rispettato come avrebbe meritato, ad essere relegato in ruoli secondari, e con minori responsabilità. Avrebbe dovuto lasciare il lavoro un paio di anni prima, sarebbe stato più giusto per lui, ne avrebbe sofferto meno ed avrebbe mantenuto maggiormente la stima che si era conquistata in tanti anni di lavoro.

Ritirarsi al momento giusto, quando la vita e la situazione lo rendono possibile, è tuttavia un regalo che non tutti si possono concedere. A volte si è costretti dalle circostanze a continuare un’attività per la quale si sono perse le forze necessarie. Nello stesso stupido e castrante modo viene impedito ai giovani di iniziare la loro attività quando hanno entusiasmo, capacità ed energie. E se questi possono lavorare spesso è solo in condizioni di insicurezza sociale tali che si dovrebbero vergognare tutti coloro che con la loro evasione fiscale, l’atteggiamento nepotista, l’occupazione di cariche pubbliche senza volontà di perseguire il bene comune e la supina accettazione degli effetti più perversi della globalizzazione permettono questa situazione.

Ma ritorno al mio ex collega, che è mancato da poco più di un anno, che ricordo ancora con affetto e con una una tristezza che a volte lascia il posto al sorriso. È così di solito. Non si ricorda mai una persona con un solo sentimento se la si è conosciuta appena un po’. La memoria ci porta momenti di vita contraddittori, perché tutta la vita è un’enorme tragica e bellissima contraddizione.
Ricordo un solo episodio, emblematico e tipico del personaggio che era. Durante una riunione si discusse su di un punto che lui aveva proposto nell’ordine del giorno. La decisione nel merito risultò subito abbastanza animata e l’argomento decisamente controverso. Non fu facile chiarire tutti gli aspetti del caso ma alla fine si dovette giungere ad una votazione per stabilire la posizione che avrebbe prevalso e dettato una linea guida pratica. Quando tutti alzarono le mani per esprimere il proprio voto lui fu contato tra i contrari. Quasi tutti rimasero stupiti ma la sua risposta a chi chiedeva spiegazioni fu spiazzante: ho cambiato idea.

Non c’è nessuna morale in questo ricordo che mi viene verso sera, provo solo molta nostalgia per ciò che è stato. Ciao, Viz.


                                                                                           Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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