Avevo
un collega che mi era simpatico, positivo, a suo modo impegnato, disponibile
sempre e generoso se serviva dare una mano.
Verso
la fine, purtroppo, prima di andare in pensione, ha iniziato a perdere colpi, a
non essere più rispettato come avrebbe meritato, ad essere relegato in ruoli
secondari, e con minori responsabilità. Avrebbe dovuto lasciare il lavoro un
paio di anni prima, sarebbe stato più giusto per lui, ne avrebbe sofferto meno
ed avrebbe mantenuto maggiormente la stima che si era conquistata in tanti anni
di lavoro.
Ritirarsi
al momento giusto, quando la vita e la situazione lo rendono possibile, è tuttavia
un regalo che non tutti si possono concedere. A volte si è costretti dalle
circostanze a continuare un’attività per la quale si sono perse le forze
necessarie. Nello stesso stupido e castrante modo viene impedito ai giovani di
iniziare la loro attività quando hanno entusiasmo, capacità ed energie. E se
questi possono lavorare spesso è solo in condizioni di insicurezza sociale tali
che si dovrebbero vergognare tutti coloro che con la loro evasione fiscale, l’atteggiamento
nepotista, l’occupazione di cariche pubbliche senza volontà di perseguire il
bene comune e la supina accettazione degli effetti più perversi della
globalizzazione permettono questa situazione.
Ma
ritorno al mio ex collega, che è mancato da poco più di un anno, che ricordo
ancora con affetto e con una una tristezza che a volte lascia il posto al
sorriso. È così di solito. Non si ricorda mai una persona con un solo
sentimento se la si è conosciuta appena un po’. La memoria ci porta momenti di
vita contraddittori, perché tutta la vita è un’enorme tragica e bellissima contraddizione.
Ricordo
un solo episodio, emblematico e tipico del personaggio che era. Durante una
riunione si discusse su di un punto che lui aveva proposto nell’ordine del
giorno. La decisione nel merito risultò subito abbastanza animata e l’argomento
decisamente controverso. Non fu facile chiarire tutti gli aspetti del caso ma alla
fine si dovette giungere ad una votazione per stabilire la posizione che
avrebbe prevalso e dettato una linea guida pratica. Quando tutti alzarono le
mani per esprimere il proprio voto lui fu contato tra i contrari. Quasi tutti
rimasero stupiti ma la sua risposta a chi chiedeva spiegazioni fu spiazzante:
ho cambiato idea.
Non
c’è nessuna morale in questo ricordo che mi viene verso sera, provo solo molta
nostalgia per ciò che è stato. Ciao, Viz.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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