Lo
chiedo sui sentieri di montagna o sulle spiagge, dove si va per ascoltare la
natura e non le moto fuoristrada, la musica ad alto volume o le discussioni
altrui invadenti e fastidiose. Per anni, quando avevo la fortuna di andare all’estero,
cercavo di stare alla larga dall’italico idioma contando sul fatto che, essendo
per nulla poliglotta, non capivo i discorsi di chi mi stava vicino quindi non
mi facevo distrarre né innervosire dalle troppe stupidaggini o che altrimenti
sarei stato costretto a seguire. Amo il mio prossimo, ma non troppo prossimo.
Vorrei
il silenzio in strada, senza troppo rumore di traffico almeno in certe zone, o
senza urla al cellulare o discorsi a voce altissima. Voglio poter pensare anche
ai fatti miei e non essere obbligato all’invasione di quelli altrui, se non
sono in vena. Stiamo diventando una società di sordi?
Mi
piacerebbe un volume basso pure nei bar, nei ristoranti, nei supermercati, ed
ovviamente nelle librerie e nelle biblioteche. Negli ultimi due casi
sembrerebbe logico, ma non è sempre così. Qualcuno proprio non la vuol capire. È
bello sentirsi vivi, tra la gente, nella vita che pulsa e progetta e racconta e
ride e trasmette emozioni. Un po’ invidio alcuni che vivono perfettamente
dentro tutto questo, ma poi serve anche stare con sé stessi.
Mi
piacerebbe nei luoghi di vacanza e nei luoghi di vita ordinaria, dove si resta
tutto l’anno. Mi piacerebbe che gli appartamenti fossero costruiti, anche, in
modo da non obbligare a sentire il televisore o le sfuriate dei vicini, e
magari neppure i gemiti dell’amore. Sarebbe bello se nei campeggi i televisori
e tutti gli strumenti per diffondere suoni fossero bloccati, e se i cellulari
non avessero campo. Ricordi quante volte, un tempo, ci si spostava da una
piazzola ad un’altra, quando questo ancora era possibile, al solo scopo di
evitare i rompiscatole troppo vicini?
È
bello ascoltare i discorsi degli altri, parteciparvi, essere coinvolti, alla
sola condizione che non diventi un’imposizione a tutti, che nessuno vi si possa
sottrarre in certi momenti ed in certe condizioni.
Mi
piacerebbe sentire la tua voce quando credo che tu mi parli, quando esco e ti
penso, quando tento di ritornare indietro a momenti felici e quando scatta
implacabile la mia strana gelosia, insofferente di ogni intrusione, fosse pure
di un amico che in tutti gli altri momenti mi farebbe piacere. Ciao, Viz
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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