Se
dovessi veramente raccontare ogni cosa potrei fargli male, e non mi sembra
giusto, non lo voglio fare. Ha sbagliato, è vero, si è sempre arrabbiato per
cose stupide ed ha tralasciato a volte quelle più importanti. Col tempo ha
perso lo slancio e l’entusiasmo dei primi momenti, è fondamentalmente un
insoddisfatto ed un irrequieto, capace sempre di vedere molto bene gli aspetti
negativi delle cose. Sembra molto sicuro ma non lo è per nulla. Gli basta una
frase detta al momento giusto per metterlo in crisi e fargli emergere mille
dubbi. Sa essere venale come pochi, preso solo dai suoi problemi, attento
alla propria soddisfazione personale prima di tutte le altre cose importanti
della vita. A volte ammira persone che non lo meritano, o tende a chiudersi in sé
stesso nei momenti di difficoltà. È onesto quando gli conviene, anche se per
sua natura non è propriamente un ladro o un opportunista. Perde la testa ed è
vendicativo, o se la lega al dito anche per anni, e non scorda mai alcuni torti
subiti.
Eppure
l’ho amato e l’amo anche ora. Ho dovuto proteggerlo di fronte a ciò che la vita
ci riserva, e su di me ha sempre fatto affidamento sin quasi dai primi momenti.
Mi stava aspettando. Anche io lo stavo cercando, evidentemente, ed il caso ci
ha fatto incontrare.
Le
cose, come dicevo, col tempo sono mutate. Mi ha cercata in modo diverso e non
posso negare che mi abbia fatto male questo suo atteggiamento, ma lo amavo e lo
amo. In amor vince chi fugge, ma non so se lui si possa definire un vincitore. Ho
sempre tenuto io le redini della situazione lasciandogli le apparenze, e su
quelle lui contava, in un gioco delle parti nel quale ad ogni mossa corrisponde
sempre un’altra mossa e alla fine, oggettivamente, nessuno perdeva, e nessuno
vinceva.
Se
negli ultimi tempi non avessi nascosto la mia situazione sempre più difficile
sarebbe crollato come un castello di carte costruito su un tavolo che riceve
una scossa. Lui ha saputo, in compenso, fare quello che doveva per starmi
vicino, mi ha ripagata delle conseguenze di tanti errori piccoli o grandi commessi
nel corso degli anni. Qualcuno pensa che io sia stata fortunata, e credo di esserlo
stata.
Io
ho saputo mantenerlo forte e tranquillo, entro certi limiti, sino alla fine. So
che aveva capito, ma negava anche a sé stesso la realtà, e approfittava di ogni scusa per inventare occasioni per distrarci. Del resto pure io
avevo capito, ma non accettavo ugualmente ciò che ormai sapevo essere il mio
destino. Ora non ha più alcun senso ripensare a cosa sarebbe stato possibile
fare, come si sarebbe potuto prevenire tutto quello che è successo. Non ha
senso, e non ha senso che neppure lui ora ci pensi. A me spiace solo di averlo
lasciato senza la mia presenza, senza la mia forza.
A
volte temo che si possa perdere o non avere più la motivazione per continuare, che
si lasci prendere dalle paure istintive per il futuro che non controlla.
Ora
lo vedo impaurito, cambiato, senza alcuni interessi che sono riuscita a fargli
restare vivi sino alla fine. Spero li recuperi, e ne scopra altri. Vorrei trasmettergli
ancora un po’ della forza e del buon senso che ogni tanto mi chiedeva, ma, prima
di tutto, vorrei che gli arrivasse il mio amore.
Senza
mi sembra come un cane abbandonato, capace di ringhiare a tutti ma sempre con
la coda bassa. Io vorrei riprendesse a ridere. Vorrei che per lui ci fosse il
sole, e non giornate di pioggia. Vorrei mille impegni per occupargli la testa. Vorrei
che mi ricordasse, certo, ma in modo diverso. Alla fine la spunterò, credo. In passato,
per le cose importanti, ho sempre saputo come fare per mettergli in quella
testa dura le idee giuste. Saprò far riemergere la sua generosità. Ci riuscirò anche stavolta.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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