lunedì 20 marzo 2017

L’uomo forte che non deve chiedere

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Ci sono immagini che appartengono ad una certa cultura, non necessariamente da condividere, che tuttavia è bene conoscere. Gli stereotipi sono tra queste, hanno una loro motivazione, e qualcuno per motivi non sempre trasparenti opera per mantenerli vivi.

L’uomo forte che non deve chiedere ne è un esempio, e che sia fuorviante della realtà a me sembra evidente. Nel mio caso specifico, poiché non amo generalizzare, se io sono stato un uomo forte questo non è mai avvenuto per merito mio. In altre parole io ho dovuto chiedere, e se ho potuto risparmiarmi di farlo da un certo momento in poi lo devo a lei. Ho contato a lungo, sino a pochissimo tempo fa, sulla forza della mia compagna di vita, di mia moglie, della madre di mio figlio.
La sua forza tranquilla, la sua capacità di indurmi al ragionamento, la sua presenza nei momenti difficili, la mia stessa possibilità di fare il furbetto o il galletto, o di sembrare più spiritoso di quello che sono o meno problematico e pessimista è solo merito suo, o in gran parte suo.

Ora che l’ho persa, e non certo per sua volontà, io tendo a non volerla lasciar andare via. Forse sarebbe giusto farlo, non appartiene più a questo mondo, ma mi rifiuto. È una forma egoistica di autodifesa. Vivo ancora di rendita, molto di quello che mi ha dato è tangibile pure adesso, penso cose che abbiamo iniziato a pensare assieme, sento la sua ombra amorevole e critica, avverto la sua presenza e non trascorrono troppe ore senza che la ricordi. C'è la sua forza dentro di me. La sua, non la mia. La mia sarebbe da barzelletta, da insicuro che ci prova, da apparenza senza sostanza. E, per dirla tutta, non ho alcuna intenzione di tornare ai momenti precedenti il mio incontro con lei.

Molto è mutato in quasi quattro decenni. Io sarei cambiato in ogni modo, ma non come mi sarebbe piaciuto, credo. Certo non era perfetta, non l’ho mai pensato. Ci litigavo, quando capitava. Ed ora il vederla in un’immagine di qualche tempo fa mi fa chiedere cosa ho fatto per meritarla. Forse ho qualità nascoste, chi lo sa. È che alcuni amici di allora mi annoiano. Li sento ma non mi avverto più vicino a loro. Tornare indietro nel tempo, in questo caso, per fortuna non mi è possibile.

Ed allora non chiedo, e se per qualcuno sono un uomo forte è solo perché tanto a lungo, accanto a me, lei mi ha permesso di esserlo. Lei è Viz.

                                                                                      Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura

    Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
    che desti la furia del pallido e del freddo,
    da sud a sud leva i tuoi occhi indelebili,
    da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
    Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
    non voglio che muoia la mia eredità d'allegria,
    non bussare al mio petto, sono assente.
    Vivi in mia assenza come in una casa.
    È una casa tanto grande l'assenza
    che v'entrerai traverso i muri
    e appenderai i quadri all'aria.
    È una casa tanto trasparente l'assenza
    che senza vita ti vedrò vivere
    e se soffri, amor mio, morirò un'altra volta.
    Pablo Neruda
    (non saprei dir parole migliori)

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