mercoledì 1 aprile 2015

La torre



Guardando vecchie foto risalenti all’inizio del secolo scorso dell’attuale piazza Trento e Trieste, a Ferrara, o della piazza Duomo, in particolare quelle che mostrano il Palazzo Municipale – ex Palazzo del Podestà, ex Palazzo Ducale Estense – mi sono chiesto se la torre, all’inizio, c’era o non c’era. Poiché la domanda mi è parsa interessante, ho cercato di trovare una risposta alla mia curiosità.            


Prima di tutto devo chiarire che parlo della Torre della Vittoria, alla base della quale, in una loggia aperta sulla piazza, si può ammirare oggi la scultura di Arrigo Minerbi dedicata alla Vittoria del Piave, in ricordo dei caduti nella prima guerra mondiale.

Per scavare nel passato storico ho dovuto cercare informazioni non solo in rete, ma anche su un testo estremamente interessante, pubblicato in una nuova edizione nel 2009 dalla casa editrice 2G.
Mi riferisco a “Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara” di Gerolamo Melchiorri, ampliato da Carlo Bassi ed ancora oggi reperibile nelle librerie.
Secondo il Melchiorri il palazzo originario “dal prospetto indecente” sorse probabilmente nel dodicesimo secolo, coevo della Cattedrale, per ospitare i signori di Ferrara, gli Estensi, prima Marchesi e poi Duchi.
Durante una rivolta delle famiglie ghibelline contro i guelfi il palazzo venne bruciato, attorno al 1310, e riedificato circa sei anni dopo.
Ospitò papi, principi e monarchi. Vi soggiornò anche Francesco Petrarca, e rimase la dimora principale dei signori di Ferrara sino alla rivolta del 1385, quando venne deciso di costruire Castel San Michele, oggi noto come Castello Estense, per difendere meglio gli Estensi dal loro stesso popolo.
Sicuramente nel 1362 esisteva una torre alta circa 54 metri, dove oggi sorge la Torre della Vittoria, ed allora sosteneva il primo orologio pubblico cittadino.
Quando papa Eugenio IV venne a Ferrara nel 1438 fu ospitato in quel palazzo, che pare avesse un ponte che discendeva dalla loggia oggi detta del cavallo sino all’ingresso del Duomo. In seguito vi sostarono altri papi ed imperatori, compreso Federico III che, nel 1452, nominò duca l’allora marchese Borso d’Este.

Questa prima torre citata sopra venne danneggiata da un fulmine nel 1536, e in seguito, nel 1553, ormai poco stabile, crollò definitivamente, distruggendo parte del palazzo con la Cancelleria Ducale ed il Consiglio di Giustizia (qui però occorre ricordare che alcune fonti posticipano la data del crollo al 1570, quando Ferrara venne colpita da uno sciame sismico che durò sino al 1574).
In seguito l’edificio venne ricostruito, ma senza la torre, e questo probabilmente perché nel frattempo la corte estense aveva occupato altri edifici, spostando definitivamente la propria residenza o nel castello o nei palazzi che formavano l’attuale piazzetta municipale e il vicino giardino delle duchesse. Con la cacciata degli Estensi da Ferrara per Modena, nel 1598, il potere papale riprese possesso del territorio e cadde definitivamente anche l’interesse nel ricostruire la torre. Iniziò in quel momento la lenta decadenza della città. 
Per vari secoli quindi, a partire dal 1553, il palazzo di fronte al duomo ebbe un aspetto abbastanza dimesso, se paragonato a quello che era stato.

Solo dopo la prima guerra mondiale, in un momento di grande fervore e di spinta a ricostruire con criteri più moderni la città, (quella che poi venne chiamata addizione novecentista) si mise mano all’edificio che era stato Palazzo Ducale. La ricostruzione della torre risale quindi agli anni a partire dal 1924. Prima il palazzo aveva un aspetto molto più anonimo, come appare ben evidente nelle rare fotografie scattate in periodi antecedenti, e non esisteva alcuna torre. Tra coloro che contribuirono con loro offerte alla ricostruzione, da ricordare Italo Balbo, con 500 Lire, e Renzo Ravenna, futuro podestà, con 200 Lire.
Nel 1924 iniziò così il rifacimento della facciata e per questa ci si ispirò a modelli architettonici trecenteschi ed allo stile gotico, per inserire degnamente il futuro Palazzo del Podestà nel centro del potere cittadino. I caratteri gotici sono evidenti nelle forme delle aperture delle finestre del piano nobile che stanno di fronte al Duomo e dello stesso portale alla base della torre.

In particolare la Torre della Vittoria venne progettata dell’ingegnere ferrarese Carlo Savonuzzi e venne inaugurata nel 1928, rimanendo poi praticamente inalterata sino ai nostri giorni. Nel 1945 il palazzo non fu più chiamato del Podestà, ma divenne Palazzo Municipale.

Nel 2012, il 20 ed il 29 maggio, la torre, come molti altri edifici della città, venne danneggiata dal sisma che colpì varie zone dell’Emilia e fu necessario mettere in sicurezza le sue merlature ghibelline*.

* Nota - La merlatura a coda di rondine, o ghibellina, caratterizzava le fortificazioni e le costruzioni di chi sosteneva l’imperatore ed era in opposizione al potere papale. Riguardo alla presenza di merlature sul palazzo originario edificato nel dodicesimo secolo non ho dati precisi, solo la notizia che in seguito allo sciame sismico che colpì Ferrara nella seconda metà del 1500 il castello venne ristrutturato e le merlature vennero abbattute per lasciare al loro posto le balconate in pietra bianca. Le merlature negli edifici fatti costruire dagli Estensi o da famiglie a loro vicine ed osservabili ancora oggi sono ghibelline nei casi della torre della Delizia di Copparo, della torre di Palazzo Bonacossi, nella Delizia di Fossadalbero. Sono invece guelfe nel Castello della Mesola.

L’immagine iniziale è del sito Estense.com


                                                                                                                               Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)



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