A volte esco, al sole, perché pure a me piace guardarmi
attorno, vedere gente, sentire l’aria della primavera, osservare il passeggio
apparentemente molto impegnato di chi non ha nulla da fare oppure l’ansia evidente
di chi invece non trova mai il tempo di far tutto.
Io, da Topo, non capisco questo strano modo di vivere, e
da quando ho imparato a leggere lo capisco ancora meno.
Me se invece di vivere annoiandovi e senza nulla da fare
aiutaste invece chi non riesce a finire tutti i suoi lavori non sarebbe meglio?
Ognuno di voi vivrebbe meglio, intendo. Perché se poi la piantaste di
infastidirmi vivrei meglio pure io.
Da quando ho letto che la cultura non dà da mangiare, non
ricordo neppure dove, confesso di aver pensato di non aver mai capito niente.
Io, che sono cartofago e che con la cultura ci mangio eccome, sono entrato in
crisi, per qualche giorno. C’è voluta Topa, che a volte mi spiega le cose che
non capisco, per svelarmi il mistero. Lei non ha mai imparato a leggere, in
compenso sa ascoltare, e poi parla, parla con me, ovviamente, ma anche con le
altre, e sa molte più cose di me. Cose pratiche, utili, necessarie per tutte le
situazioni difficili, e anche quelle meno pratiche, come ad esempio come si chiamano
tutti quegli insetti che a me sembrano tutti uguali.
Io, come Topo di biblioteca, a volte preferisco stare
solo, tra i libri e le riviste, e mi isolo dal mondo, passando le giornate a
guardare le figure, ad annusare le carte di annate diverse, ad assaggiarne ogni
tanto qualche bordo un po’ consumato dal tempo. Non arrivo a tutti i volumi, ed
alcuni poi sono troppo pesanti per aprirli e sfogliarli. Mi arrabbio molto
quando trovo qualche libro rovinato, qualche tomo antico ed importante,
intendo. Io quelli non li mangio. Al massimo li annuso. Sanno di muffa buona,
di polvere e di legno di scaffale, oppure di cuoio, visto che alcuni hanno una
copertina molto importante.
Leggo tutto quello che posso raggiungere e sfogliare, e
mangio solo i libri che nessuno tocca mai da tanti anni, quelli messi in
qualche angolo, che ogni tanto spariscono. Forse li buttano, non so perché.
Eppure sono ancora molto buoni.
Io sono felice di quello che faccio, mi piace proprio. Non
so a chi racconterò tutte le cose che ho imparato e sto ancora imparando. Devo
parlarne con Topa. Magari mi darà qualche idea, sono certo che lei ha quella
giusta. Devo anche raccontarle quello che ho scoperto oggi, e che mi ha fatto
arrabbiare. Chiamano topo di biblioteca chi legge da solo tutto il giorno e
rimane sempre chiuso senza vedere gli altri, si isola ed è preso in giro da chi
invece pensa di fare cose che giudica molto più importanti ed interessanti. È
una cosa brutta, detta in questo modo. Non mi piace.
È un destino triste quello di essere fraintesi dagli altri
e magari derisi, solo perché si ama leggere. A me piace pure uscire, mica resto
qui tutto il giorno. Ho già detto che mi piace stare al sole, a guardare la
gente, ma devo stare attento che non mi vedano, altrimenti finisce male. Puoi
benissimo immaginare che fine mi fanno fare se mi vedono. Ma ho i miei posti
sicuri, dove posso stare tranquillo. Una volta mi sono appisolato, su un ramo,
guardando quelli che passavano sotto di me, e quasi cadevo di sotto. Stavo
ricordando dei viaggi nei quartieri lontani, quando ero ancora un topino
piccolo. Che scoperte. Quante cose nuove. E che paure, quando capitavo dove non
dovevo mettere il muso.
Devo raccontarvi però, prima di tornare a leggere, che le
carte più buone non sono quelle tutte patinate o coloratissime. Sono belle da
vedere ma non da mangiare. Neppure i giornali e le riviste sono buoni. Fanno
cattivo odore ed hanno un cattivo sapore. Sono saporiti solo quelli stagionati.
Quelli dell’annata 1990 e quelli ancora più vecchi hanno guadagnato molto, se
conservati all’asciutto, e lasciano un retrogusto piacevole che rimane anche
dopo averli masticati e deglutiti. I migliori sono i libri degli anni 30 e 40,
con carta grossa, fatta di vera cellulosa, a volte anche con stracci, come
tanti anni prima. Quelli però sono solo per le occasioni speciali. Sono troppo
belli per mangiarli. Mi piace anche solo guardarli, o sfogliarli facendo molta
attenzione.
Silvano
C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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