Guardando vecchie foto risalenti all’inizio del secolo scorso dell’attuale piazza Trento e Trieste, a Ferrara, o della piazza Duomo, in particolare quelle che mostrano il Palazzo Municipale – ex Palazzo del Podestà, ex Palazzo Ducale Estense – mi sono chiesto se la torre, all’inizio, c’era o non c’era. Poiché la domanda mi è parsa interessante, ho cercato di trovare una risposta alla mia curiosità.
Prima di tutto devo chiarire che parlo della Torre della
Vittoria, alla base della quale, in una loggia aperta sulla piazza, si può
ammirare oggi la scultura di Arrigo Minerbi dedicata alla Vittoria del Piave,
in ricordo dei caduti nella prima guerra mondiale.
Per scavare nel passato storico ho dovuto cercare
informazioni non solo in rete, ma anche su un testo estremamente interessante, pubblicato in una nuova edizione nel 2009 dalla casa editrice 2G.
Mi riferisco a “Nomenclatura ed etimologia delle piazze e
strade di Ferrara” di Gerolamo Melchiorri, ampliato da Carlo Bassi ed ancora
oggi reperibile nelle librerie.
Secondo il Melchiorri il palazzo originario “dal prospetto
indecente” sorse probabilmente nel dodicesimo secolo, coevo della Cattedrale,
per ospitare i signori di Ferrara, gli Estensi, prima Marchesi e poi Duchi.
Durante una rivolta delle famiglie ghibelline contro i guelfi
il palazzo venne bruciato, attorno al 1310, e riedificato circa sei anni dopo.
Ospitò papi, principi e monarchi. Vi soggiornò anche
Francesco Petrarca, e rimase la dimora principale dei signori di Ferrara sino
alla rivolta del 1385, quando venne deciso di costruire Castel San Michele,
oggi noto come Castello Estense, per difendere meglio gli Estensi dal loro
stesso popolo.
Sicuramente nel 1362 esisteva una torre alta circa 54 metri,
dove oggi sorge la Torre della Vittoria, ed allora sosteneva il primo orologio
pubblico cittadino.
Quando papa Eugenio IV venne a Ferrara nel 1438 fu ospitato
in quel palazzo, che pare avesse un ponte che discendeva dalla loggia oggi
detta del cavallo sino all’ingresso del Duomo. In seguito vi sostarono altri
papi ed imperatori, compreso Federico III che, nel 1452, nominò duca l’allora
marchese Borso d’Este.
Questa prima torre citata sopra venne danneggiata da un
fulmine nel 1536, e in seguito, nel 1553, ormai poco stabile, crollò
definitivamente, distruggendo parte del palazzo con la Cancelleria Ducale ed il
Consiglio di Giustizia (qui però occorre ricordare che alcune fonti posticipano la data del crollo al 1570, quando Ferrara venne colpita da uno sciame sismico che durò sino al 1574).
In seguito l’edificio venne ricostruito, ma senza la torre,
e questo probabilmente perché nel frattempo la corte estense aveva occupato
altri edifici, spostando definitivamente la propria residenza o nel castello o
nei palazzi che formavano l’attuale piazzetta municipale e il vicino giardino
delle duchesse. Con la cacciata degli Estensi da Ferrara per Modena, nel 1598,
il potere papale riprese possesso del territorio e cadde definitivamente anche
l’interesse nel ricostruire la torre. Iniziò in quel momento la lenta decadenza
della città.
Per vari secoli quindi, a partire dal 1553, il palazzo di
fronte al duomo ebbe un aspetto abbastanza dimesso, se paragonato a quello che
era stato.
Solo dopo la prima guerra mondiale, in un momento di grande
fervore e di spinta a ricostruire con criteri più moderni la
città, (quella che poi venne chiamata addizione novecentista) si mise mano all’edificio che era stato Palazzo Ducale. La
ricostruzione della torre risale quindi agli anni a partire dal 1924. Prima il
palazzo aveva un aspetto molto più anonimo, come appare ben evidente nelle rare
fotografie scattate in periodi antecedenti, e non esisteva alcuna torre. Tra coloro che contribuirono con loro offerte alla ricostruzione, da ricordare Italo Balbo, con 500 Lire, e Renzo Ravenna, futuro podestà, con 200 Lire.
Nel 1924 iniziò così il rifacimento della facciata e per
questa ci si ispirò a modelli architettonici trecenteschi ed allo stile gotico,
per inserire degnamente il futuro Palazzo del Podestà nel centro del potere cittadino. I
caratteri gotici sono evidenti nelle forme delle aperture delle finestre del
piano nobile che stanno di fronte al Duomo e dello stesso portale alla base
della torre.
In particolare la Torre della Vittoria venne progettata
dell’ingegnere ferrarese Carlo Savonuzzi e
venne inaugurata nel 1928, rimanendo poi praticamente inalterata
sino ai nostri giorni. Nel 1945 il palazzo non fu più chiamato del Podestà, ma
divenne Palazzo Municipale.
Nel 2012, il 20 ed il 29 maggio, la torre, come molti altri
edifici della città, venne danneggiata dal sisma che colpì varie zone
dell’Emilia e fu necessario mettere in sicurezza le sue merlature ghibelline*.
* Nota - La merlatura a coda
di rondine, o ghibellina, caratterizzava le fortificazioni e le costruzioni di
chi sosteneva l’imperatore ed era in opposizione al potere papale. Riguardo
alla presenza di merlature sul palazzo originario edificato nel dodicesimo
secolo non ho dati precisi, solo la notizia che in seguito allo sciame sismico che colpì Ferrara nella seconda metà del 1500 il castello venne ristrutturato e
le merlature vennero abbattute per lasciare al loro posto le balconate in
pietra bianca. Le merlature negli edifici fatti costruire dagli Estensi o da famiglie a loro vicine ed osservabili ancora oggi sono ghibelline nei casi
della torre della Delizia di Copparo, della torre di Palazzo Bonacossi, nella
Delizia di Fossadalbero. Sono invece guelfe nel Castello della Mesola.
L’immagine iniziale è del
sito Estense.com
Silvano
C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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