Vorrei essere ottimista, non per
cieca ottusità o buonismo, e neppure perché mi venga naturale, ma semplicemente
perché la ritengo un’arma importante da usare nel mondo, per tentare di
migliorarlo. Vorrei esserlo perché, in effetti, non lo sono, e il mio primo
approccio solitamente è abbastanza diffidente con le persone e di dubbio con
gli avvenimenti e le idee.
Poi, con chi mi sa prendere, e
alcuni lo sanno fare, posso anche essere diverso, o apparirlo almeno,
immaginare di esserlo insomma, e crederci sinceramente.
Vedere il nero ovunque, come fanno
alcuni, non mi piace. Vederlo dove effettivamente c’è è tutto un altro
discorso, e le persone che sanno equilibrare con intelligenza il bene ed il
male godono di tutta la mia stima, anche se magari a loro io posso non piacere.
È tristezza constare del resto quanto cerchiamo a volte chi non ci cerca e non
vediamo chi ci cerca, ma questa è una digressione, una riflessione amara e
basta.
Io vorrei essere ottimista,
dicevo, perché ne abbiamo bisogno, malgrado pure io veda le guerre,
l’integralismo assassino che non si può neppure definire religioso, l’interesse
dell’un per cento della popolazione mondiale che possiede un terzo o forse più
dell’intero pianeta, la disoccupazione e la perdita di diritti che pensavamo
ingenuamente fossero acquisiti per sempre, e così via.
Sino a poco fa ho pensato ad un
naturale oscillare del destino umano, con periodi di caduta e di tragedia
intervallati da altri momenti di speranze e di crescita. In sostanza ho creduto
ad un progresso lento verso condizioni migliori, verso una speranza di vita
maggiore, verso un allargamento dei diritti riconosciuti ad ogni essere umano.
Sino a poco fa.
Sino a poco fa.
Ora so che se sono attendibili le
previsioni di uno studio condotto dall'istituto 'Pew Research Center' di
Washington, ogni mia speranza è destinata ad essere un’illusione.
Se si stima che nei prossimi 50
anni la religione musulmana diventerà la più diffusa su tutta la terra, e che
pure le altre religioni monoteiste cresceranno notevolmente, seppure in misura
minore, io sulle prime posso anche rimanere relativamente tranquillo.
La cosa che mi allarma è invece la
possibilità che si riducano sempre di più, in percentuale, gli spazi per chi
non aderisce a queste religioni, in particolare per i non credenti.
Poiché ritengo indice di
evoluzione umana il progressivo distaccarsi da una qualsiasi fede,
l’organizzazione della società secondo principi di rispetto per l’uomo
indipendentemente da ogni considerazione religiosa, la piena integrazione ed il
riconoscimento dei diritti di ogni membro della società senza differenze
stabilite per legge riguardanti il trattamento in particolare di donne ed
omosessuali, oltre che ovviamente di ogni minoranza comunque intesa, il sapere
che tutto questo è a rischio mi getta nel panico.
Immagine tratta dal film Cast Away - Il protagonista riesce ad accendere una
fiamma.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
saper raccontare con la giusta criticità eventi dei nostri giorni, sembrerebbe un'ovvietà, ma non rende molta visibilità sulla piazza dei social, ho letto quanto tu dici in riferimento alle religioni e a quello che si ritiene sarà un loro sviluppo, non so se sarà così, ma non credo che le stragi che vediamo ogni giorno siano corrispondenti a una religione,o piuttosto ad un potere camuffato da religione..mi piacciono gli ottimisti, e auguri al tuo giorno di Pasqua.
RispondiEliminacondivido, per quanto mi è dato sapere, quando scrivi "ma non credo che le stragi che vediamo ogni giorno siano corrispondenti a una religione", la penso quasi allo stesso modo. la mia enorme paura è tutta rivolta al futuro, che sento modificarsi in quello che mi sembravano, sino ad ora, previsioni di maggior sviluppo (e libertà) sul piano umano. è nel domani la mia vera paura... e ricambio gli auguri, che spero ti portino vera serenità...Silvano
Elimina