Onesto sino in fondo mai. Ho un prezzo che non è necessariamente quantificabile in denaro, e uso in parte la menzogna anche per darmi consolazione. Esagero? Non lo so. Immagino che anche altri mentano in qualche situazione, o siano semplicemente reticenti o tacciano. Credo che esista l’onestà e che molti siano onesti, che mi dicano veramente quello che pensano e che si comportino con maggior serietà del sottoscritto. Un semplice esempio poco impegnativo? Non ho mai vissuto l’assenza di pensieri, ne ho sempre avuti, e alcuni sono stati capaci di togliermi la tranquillità o di farmi riposare peggio. Anche i sogni, in tempi recenti, mi accompagnano con maggiore insistenza e confondono il vero col verosimile o con l’immaginario.
Alcuni in passato mi hanno definito splendido o hanno usato espressioni simili, e ne sono loro grato. Sono stato spesso venale e poi ho capito che sbagliavo. Ho mentito a me stesso dicendomi che ero migliore perché tale venivo descritto.
In sintesi posso dire di essere mai stato felice? Probabilmente lo sono stato, e in quei momenti non me ne rendevo conto. Ricordo come se fosse ora quando, passeggiando sulle mura di Ferrara con te, incontrammo il mio relatore della tesi universitaria, allora professore associato credo, ma su questo non sono sicuro. Scambiammo alcune parole, vi presentai, e a me uscì un mah. Lui fu pronto a dirmi: chi dice mah cuor contento non ha. Quindi io, che in quel momento pensavo di stare bene, venivo letto come sostanzialmente non soddisfatto, non felice insomma. Ed è bastata quella frase fatta a farmi dubitare. Non rammento adesso cosa ci dicemmo dopo averlo salutato, quello è scomparso dalla memoria. Per il resto, lo sai, io ti ricordo come mi è concesso, a modo mio, selezionando e rimuovendo, amplificando e rimpiangendo. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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