Inutile far progetti a lungo termine, meglio limitarsi a tempi mediobrevi, è più facile indovinare che si potrà realizzare quanto sperato. A lungo termine si pensa alla pensione, ad altre forme assicurative per gli ultimi anni, alle amicizie che si vorrebbero mantenere o ricostruire. E nessuna di queste aspettative si è certi che si realizzerà perché il destino a volte gioca coi nostri sogni. Ferrara rimane per me un’illusione incompiuta, una programmazione che non ha avuto buon fine. Il mio legame resta anche se muta nel tempo, la memoria non si sfalda ma il desiderio di tornare lentamente scema. Mi allontanai per lavoro, avevo vissuto troppo a lungo pesando sui miei, ma non lo feci per allontanarmi da loro né dagli amici di allora. Per anni pensai di poter tornare, anche dopo che iniziammo a stare assieme, a Riva del Garda e poi a Rovereto. Poi ritenni ingiusto farlo, quando ormai esistevano possibilità reali di realizzare il ritorno. Nostro figlio era cresciuto, non volevo sradicarlo dal suo mondo com’era avvenuto con me e coi traslochi che i miei fecero anche se si spostarono di pochi chilometri. Cinque chilometri sessant'anni fa erano una barriera insormontabile. Quando tornavo dagli amici di allora, perché per un po' ci tornai, loro mi accoglievano, e programmavano di vedersi poi la sera e di fare qualcosa. Io però la sera non ci potevo tornare. Per un po' continuai ad andare ancora a Porotto, poi smisi, i nostri mondi si erano ormai separati. Erano gli anni nei quali amavo Celentano, e lui in quel periodo cantava Il ragazzo della via Gluck. Mai una canzone mi colpì tanto duramente. Vissi anni di vera solitudine e di immersioni pomeridiane al cinema, quando vidi praticamente tutto quanto usciva nelle sale in quel periodo. Ecco perché volevo evitare a nostro figlio quella situazione. Molti anni dopo, quando economicamente fummo in grado di pensare di comprare una casa a Ferrara, e dopo un periodo difficile coi miei, l’appartamento che vi comprammo fu non solo un investimento ma la promessa di poterci tornare quando entrambi saremmo stati in pensione. E intanto nostro figlio lo utilizzò durante i suoi studi universitari, ma non visse quegli anni con piacere perché, come immaginavo, era legato alla sua Rovereto e non a Ferrara. Ora, dopo la tua partenza, andarci assieme entrambi in pensione è divenuto impossibile. Alcuni amici che frequentavamo a Ferrara adesso mi interessano meno. Un’amica se ne è andata come te alcuni mesi fa. Quando torno a Ferrara vorrei ritornare a Rovereto. A Rovereto continuo ancora a pensare a Ferrara. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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