Da ragazzino ricordo che in questo periodo si iniziava a pensare al Natale, anche se mancava più di un mese, ma nessuno esponeva ancora nulla che anticipasse le feste. Per quello si aspettava dicembre. Poi si iniziava a cercare calendari, qualche pallina nuova per l’albero o una statuetta per il presepe, ma con calma. Non ricordo di aver mai comprato la "carta roccia" per il presepe, a quei tempi, mi bastava raccogliere il muschio attorno a casa e utilizzare qualche ceppo di quelli che sarebbero poi andati nel camino o nella stufa. Ma questo sempre molto più avanti rispetto ad oggi. Le feste natalizie cominciavano con la vigilia e terminavano la sera del 6. Il giorno dopo riprendevano le scuole. Oggi i panettoni sono in vendita da settembre, le luminarie accese da settimane, e nessun bambino più scrive le classiche letterine di Natale, troppi problemi nelle scuole che devono combinare tradizioni diverse non solo italiane, troppi stimoli a fare altro con i nuovi telefoni e troppe offerte di prodotti dai negozi in rete. Il mio vicino riceve pacchi quasi ogni giorno, ordina di tutto, a parte latte fresco ed insalata. Io mi adatto riguardo ai mutamenti. Alcune cose le accetto, non posso farci nulla, altre le lascio passare sulla testa e mi abbasso per non farmi colpire. Tuo padre, spesso, raccontava di chi non avrebbe mangiato il panettone a Natale. Ecco, questo mi è rimasto di lui, e non solo questo. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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