venerdì 20 settembre 2024

Una bella persona

Chiariamo subito, non sono una bella persona, o almeno tale non mi giudico. Ci tengo molto ad apparire tale però, a volte so usare le parole giuste, in certe situazioni rispetto il mio ruolo ma non posso sostenere di aver sempre fatto cose e scelte corrette. Sono stato aiutato da molti che, in vari momenti della vita, o pur conoscendomi mi hanno sostenuto oppure mi hanno letteralmente visto con occhi diversi, ed io sono diventato quello, quell’uomo migliore che vedevano. È stata una recita, non ero io veramente, oppure semplicemente devo prendere atto delle contraddizioni e fare pace con queste e tante altre cose? Dovessi fare un bilancio sarei in difficoltà. Sono gli altri che mi hanno reso positivo quando, per mia natura, avrei scelto altre vie, lecite e anche meno lecite? Dire ora che mi manchi assume esattamente questo significato, mi manca la tua visione e il tuo incoraggiamento, la tua critica e il tuo consiglio. Ho ricambiato abbastanza? Un po' certamente, ma resto in debito, e quando potrò restituire non lo so. Forse mai. Ogni giorno io regalo e rubo, cerco di non danneggiare nessuno, mi illudo e sopravvivo. Se ascolto altri non so come giudicarli, sarei parziale se lo facessi. Lo so perché ogni volta che mi sono spinto in questa direzione penso di aver sbagliato. Non dovrei giudicare nessuno e, ancor meno, condividere questi pensieri con altri. Ma so che anche gli altri mi giudicano, so che mi dicono cose direttamente ma altre le pensano e le dicono senza che io ne venga a conoscenza. È così. È sempre stato così. I rapporti umani sono amore e odio e indifferenza e amicizia e tradimento e dimenticanza. E sono anche molto altro. Quindi mi manchi, Viz. Solo con te ero migliore. Senza sono molto piccolo.

Ci sono meschinità inconfessabili, lo sai, che qualcuno nota, magari solo lui perché fa più attenzione o perché toccano una sua sensibilità particolare, ma ci sono. Tu ne hai viste tante nella tua vita, anche in persone a te vicine, in persone dalle quali non te le aspettavi e che dopo hai guardato con occhi un po' diversi. Le hai perdonate? Allora perdona te stesso. Non lo hai fatto? Forse hai sbagliato, come sbagli ora.

                                                                                            Silvano C.©

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giovedì 19 settembre 2024

L’odore del caffè

Tutti quelli che non utilizzano le cialde per le moderne (e per me discutibili) macchine per il caffè ma vanno ancora avanti coi sistemi tradizionali e magari utilizzano il caffè macinato delle tipiche buste sottovuoto a forma di parallelepipedo sanno che aprendo quelle buste esce un aroma di caffè piacevole, a volte anche per chi il caffè non lo consuma. Ecco. Oggi ne ho aperta una perché avevo finito il caffè in polvere che conservo poi in un barattolo sigillato. Quando facevo quest’operazione e tu eri nei paraggi ti cercavo e ti facevo annusare la busta appena svuotata, e la cosa ti piaceva. Tu non bevevi caffè, preferivi il tè, eppure questa nostra piccola abitudine ti faceva piacere. Ora non sai quanto mi manca questo gesto apparentemente insignificante, mi fa male non poterlo ripeterlo. Quando in casa c’è nostro figlio continuo questa tradizione con lui. Pure a lui fa piacere, e pure lui non beve caffè. La vita è fatta di cose senza senso per tutti, tranne che per chi a queste ha legato a doppio filo un intero mondo. E i fili a volte si ingarbugliano, si sciolgono, si annodano e si conservano. Ogni filo ha due capi, forse significa qualcosa, ma non mi va di pensarci troppo. Ciao, Viz.

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mercoledì 18 settembre 2024

Una guida, ecco

Potrei fare la guida e magari guadagnarci pure, o raccontare storie facendomi seguire da platee entusiaste. Mi piacerebbe inventare fatti storici mai avvenuti descrivendo gli interni di un palazzo cinquecentesco. Sarebbe divertente ma alla fine, scoperto il gioco, semplicemente stupido. Non so perché dico questo, ad essere sincero. Ci sono forse due motivi principali. Il primo è che mi sono già ritrovato a volte, a Ferrara oppure a Rovereto, ad incrociare viaggiatori o turisti che per qualche motivo o mi facevano domande specifiche oppure li vedevo accanto a luoghi che meritano attenzione e magari neppure se ne rendevano conto. Nella mia ultima puntata a Ferrara sono passato in bicicletta in via Cortevecchia, esattamente nel punto da dove parte il vicolo dei Duelli. Ho incontrato una coppia intenta a guardare sul telefono e osservare attorno, probabilmente per cercare qualcosa o informazioni su dove si trovavano. È stato più forte di me. Mi sono fermato, ho chiesto se potevo essere utile e lui mi ha risposto anche se non ho neppure capito che lingua parlasse. Stavo per salutare e ripartire quando ho pensato di chiedere se sapevano dove si trovavano. Quasi senza aspettare la risposta ho citato il vicolo dei Duelli, ho indicato il cancello a pochi metri, ho ripetuto il nome del vicolo e poi Wikipedia. Lui ha preso il cellulare e credo abbia trovato facilmente con queste mie poche informazioni quello che mi interessava gli arrivasse. Se poi entrambi siano rimasti incuriositi e siano entrati per un po' nel vicolo non lo so, io mi sono allontanato salutando. Un altro motivo della mia fantasia sta nel fatto che ogni guida racconta la storia che le interessa, solo una parte della storia, quella che pensa sia importante o maggiormente interessante o che conosce. So di una persona a Ferrara che quando porta in visita qualcuno nel cimitero ebraico di via delle Vigne invita a vedere alcune tombe, una in particolare, ma non so per quale motivo ne ignora del tutto altre, che pure a mio parere sono importanti e che sono certo conosce. La giudico una forma di censura, di negazione del passato. Alcune persone la storia l’hanno fatta, e ricordarle, anche solo passando accanto alla loro tomba, sarebbe un dovere.

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martedì 17 settembre 2024

Oltre il tempo

Nei giorni che si avvicinano è previsto che la stagione cambi, si va verso l’autunno a grandi passi. Sembra il classico incipit dei discorsi in ascensore, alternativo al come sta. Il meteo e la salute sono i grandi temi per discorsi superficiali, ma lo sono anche a livello di cronaca, basta sentire i notiziari. Tu però non meriti questo, non servono le banalità dei discorsi superficiali e su tempo e salute meglio sorvolare, tra noi. Serve invece uno scopo, sempre, una motivazione che dia il senso alle azioni, che sia collante tra il mattino e la sera, che renda in qualche modo nobili le semplici incombenze domestiche come pulire, cucinare, lavare, fare un minimo di manutenzione. Serve prendersi cura insomma, e non lamentarsi se alcune scelte generano rinunce. Ecco, oggi è questo che penso. A lungo mia madre ha avuto problemi di salute ma ha avuto uno scopo ed ha resistito. Poi, come tutti, ha perso la battaglia finale. Avviene sempre così. Per quanto si vinca alla fine si perde. Magari quell’unica volta, ma definitiva. Se ti elencassi tutti i miei, che del resto conosci meglio di me, non la finirei più, perché la mia natura mi porta a non essere mai soddisfatto di quello che ho. Eppure, col tempo, ho anche imparato ad essere un po' più saggio. Era ora, so che lo pensi. Ma non del tutto, aggiungo io. Mi conosco a sufficienza per ammettere che avrò sempre qualcosa di cui lamentarmi. Ma in fondo anche questo è uno degli aspetti positivi della vita. Avere sempre qualche desiderio, qualche nuova curiosità, qualche altra meta. Ciao, Viz.

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lunedì 16 settembre 2024

Una metà di noi

Non so se possa essere una soluzione. Le monache ed i monaci di clausura non incontrano l’altro sesso, l’altra metà del mondo. Se ne privano volontariamente, non sono condannati alla reclusione. Molti anni fa, nei nostri viaggi, vedemmo sull’altra sponda del mare il Monte Athos. Eravamo nella piccola penisola centrale della Calcidica e l’Aghion Oros ci sembrava a portata di un piccolo spostamento in mare o in auto. Però tu non avresti potuto entrare in visita, solo io. E pure io avrei dovuto prima fare richiesta ed essere accettato, per niente facile insomma. Neppure gli animali di sesso femminile sono ammessi, con poche eccezioni, tra queste i gatti. Pare che i gatti sappiano superare quelle frontiere meglio dei cani, mi sono simpatici i gatti, e le gatte. Ma torno a questa scelta di vivere in comunità di sole donne o soli uomini, e ammetto di non capirla. Rinunciare al confronto con chi è diverso sessualmente mi sembra una forma di castrazione mentale, magari sbaglio, perché non mi risulta che questo porti a nessun tipo di violenza fisica e magari permette forme di sublimazione del pensiero che altrimenti verrebbe distratto. Chi fa tale scelta la trova evidentemente una soluzione irrinunciabile, ma rimane il fatto che il resto del mondo prosegue in modo diverso. La cosa più assurda è che non tutti potrebbero permettersi di fare lo stesso. Se questo avvenisse in una sola generazione l’intera umanità sparirebbe. Immagino che chi torna da una visita temporanea al Monte Sacro e finalmente sbarca al porto di Ouranopoli rientrando nel mondo di noi comuni mortali possa, da quello che ho letto in proposito, iniziare a respirare a pieni polmoni dopo aver trattenuto il respiro. Ciao, Viz.

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domenica 15 settembre 2024

Non c’è alternativa

Odio invecchiare, mi fa schifo. Tuttavia non ci sono alternative praticabili e comunque hanno tutte i loro difetti. Ugualmente non mi piace. Non sono io che scelgo, parte di questa situazione dipende dalla sorte, che alcuni definiscono fortuna e altri culo. È bello non morire giovani però, quello ammetto che sia positivo anche se così entro in contraddizione. La cosa peggiore però non è invecchiare personalmente ma vedere gli altri che lo fanno. Ma perché non restano quelli che conobbi anni fa, perché cambiano il loro aspetto, il loro modo di fare? Perché non sono allegri come allora e perché alcuni decidono o devono partire prima? Andarmene prima di tutti e non provare alcun dolore per nessuna perdita è un regalo che ormai non posso più ricevere. Sono almeno quarant’anni che ho iniziato a realizzare che alcuni ai quali ero legato stavano andandosene, ma non avevo ancora capito bene la faccenda, non avevo approfondito. Ed ora che l’ho fatto posso dire che stavo meglio quando non sapevo. Ma non sei mai contento, dicono. Certo che no, come potrei esserlo veramente in questa situazione? Devo accettare e non rompere le palle a tutti con certi discorsi, quello lo so. Lo so e non mi riesce di evitarlo. Se c’è una cosa buona dei funerali è che dopo, prima o poi, si mangia, si ricorda con affetto e con tristezza ma si mangia, il dolore non se ne va ma si mangia. In certe culture si festeggia proprio, e lo si fa per celebrare la vita e la morte come unico aspetto della stessa realtà, per non scordare mai che la Signora arriverà ma che non serve averne paura, meglio vivere e continuare a ridere. Se riesco a ridere scordo pure che invecchio e che invecchia chi mi sta attorno. Ciao, Viz.

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sabato 14 settembre 2024

Anche no, grazie

Sicuramente non fa bene tenersi tutto dentro, si rischia di somatizzare e trasformare alcuni stati d’animo in patologie fisiche, ma altrettanto sicuramente non è giusto scaricarsi sugli altri come se fossero i nostri svuotatasche rientrando in casa per liberarci di nostri guai reali o fittizi per poi essere più leggeri ed ottimisti. La questione, al solito, è il giusto mezzo, l’equilibrio tra il dare e l’avere, nel dire senza però esagerare con le lamentele. Qualcuno sicuramente poi pensa, anche no, grazie. Un altro modo è ascoltare, per ricambiare, per accettare qualche peso e condividere i problemi altrui. Anche così si può arrivare ad un equilibrio, credo. Sarebbe poi bello non far pesare mai nulla a nessuno, vivere in apparente pace e sorridere sempre. Qualcuno lo sa fare. Qualcuno che ho ammirato molto lo faceva, e la vita non era stata facile con lei, mai. Sino alla fine ha cercato di essere utile agli altri, quando ormai iniziava a non essere più autonoma. Questo a riprova che qualcuno nasce signore e qualcun altro, come il sottoscritto, no. Ma non è il caso di lamentarmi ulteriormente. Ciao, Viz.

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venerdì 13 settembre 2024

abitudine

Ci si abitua a quello che non piace, allo scherzo pesante, all’insoddisfazione di fondo e all’immagine che altri si sono fatti e che non te la senti adatta ma non sai come toglierti. Ci si abitua e sembra normale, immagino. Un cane tenuto alla catena pensa che la sua situazione sia quella giusta per lui, sono i padroni che l’hanno deciso, loro sono a capo e non c’è motivo per credere che non sia così che deve essere. Poi, se qualcuno lo libera dalla catena, allora conosce una diversa libertà, e lo manifesta nel modo migliore. Accetterà anche di essere nuovamente legato, verrà se richiamato, e sarà grato per quei minuti di libertà. Sai a che cane mi riferisco, Viz, lo hai conosciuto molto bene, noi gli regalavamo qualche minuto di libertà. All’inizio ci abbaiava e ringhiava, faceva il suo lavoro di cane da guardia e noi eravamo gli estranei. Poi, la prima volta con attenzione, mi sono avvicinato con un po' di resti di cibo a noi avanzato. Lui era mantenuto praticamente solo a pane secco ed acqua. Ha abbaiato, ha annusato, è rimasto zitto ma ha iniziato a muovere la coda, ha continuato ad annusare e poi, una volta che ha avuto il cibo nella sua ciotola, lo ha ingoiato quasi senza masticarlo. E da quel momento ha iniziato a mangiare un po' meglio, e a godere di qualche momento di libertà anche se non era il nostro cane. Che nostalgia. Ma anche io ero abituato a qualcosa che non mi convinceva del tutto, che mi sembrava normale però, e pensavo che per tutti fosse così. Poi ho conosciuto te. Sono passati anni diversi. Ho mantenuto molti rapporti precedenti ma li ho ridimensionati. Il loro giudizio contava, ma molto meno di prima. La narrazione che mi coinvolgeva era diversa. Ora alcuni di questi li ho perduti e non mi interessano più. Altri non li ho del tutto abbandonati ma sento diminuire col tempo il mio interesse nei loro confronti. Immagino di subire in parte lo stesso destino, credo sia giusto. Ci si abitua a molte cose, e tra queste ci si abitua anche a fare a meno di tante persone con le quali gli anni che sono passati hanno allargato le distanze. Ciao Viz.

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giovedì 12 settembre 2024

Una città del silenzio

Capita che nel primo pomeriggio di un giorno di fine estate, col sole ancora caldo ma non impossibile da reggere come solo pochi giorni prima, io mi aggiri in bicicletta per alcune strade semideserte di Ferrara. Massima libertà, minima possibilità di incontrare qualcuno e anche troppi pensieri che mi vagano nella mente. E così posso passare accanto a piazza Ariostea, sotto portici eleganti e solitari, arrivare in via Borso ed entrare in Certosa direttamente in bicicletta. A quell’ora tra tombe e lapidi i visitatori quasi non ci sono, solo pochi che devono fare lavori. In bicicletta, cosa vietatissima, percorro chiostri e vialetti, faccio meno rumore che se camminassi a piedi perché le gomme della bicicletta sono discrete e non fanno danni. Rivedo i loculi dove sta tutta la mia famiglia, poi vado a rivedere dove c’è Antonia e altri parenti meno stretti, ma Antonia mi rimane nel cuore. Sono le mie radici, destinate a restare anche dopo di me, almeno per un po', e dopo non interesserà più a nessuno. Giusto per rimanere sul tema non molto allegro di chi è morto poco o molto tempo fa, esattamente ieri, ho pensato che di molte persone quasi coetanee che ho conosciuto e con le quali ho condiviso momenti di vacanza in passato almeno quattro di loro non ci sono più. Una era un’amica, mancata meno di un mese fa, conosciuta prima di te e poi amica comune. Altri erano meno vicini, ma anche con loro ho vissuto qualche ora allegra. Forse è la sola cosa che conta e che ricordo. Spesso la memoria si costruisce e si mantiene su momenti lieti, su viaggi e vacanze, su pranzi e cene, su regali fatti e ricevuti, sulle cose belle insomma. E Ferrara, a suo modo e malgrado il tempo che la consuma e la cambia, rimane bella, rimane in certi momenti una città del silenzio. Ciao Viz.

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lunedì 9 settembre 2024

Il segreto è

Il segreto è non ti scordar di me.

Il segreto è proprio il fiore, quello che ti spinge al ricordo.

Il segreto è un ingrediente da non svelare mai a nessuno, da confidare solo a chi lo erediterà dopo di te e che a sua volta non lo svelerà mai a nessuno, salvo a chi lo affiderà come eredità. E se la catena si interromperà? Nulla di grave, resterà un segreto.

Il segreto è esattamente quello che immagini o temi, che speri e che richiede dedizione e impegno. Costa molto e ripaga come null’altro.

Il segreto è quello che da decenni inseguo e tento di scoprire. Qualcuno sembra conoscerlo, o finge, ma devo diffidare da chi mi racconta solo storie.

Il segreto è ciò che rende diverso un piatto comune, preparato con ingredienti che tutti possono comprare e che non costa molto. Non si tratta mai di denaro quando si parla di questo tipo di segreti.

Il segreto è nell’amore, nell’affetto, nel pensiero di chi cura qualcosa per te, solo in quello, conta per ciò che trasmette e talvolta riesce a far piangere non per dolore e non per tristezza.

Ciao Viz.

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Fuggire

Una fuga è sempre impossibile, quella da sé stessi. Un’altra fuga è da vigliacchi, quella dai propri doveri. E poi tutte le altre sono in qualche modo accettabili. Ma una vera fuga deve essere motivata, deve essere preparata e prevedere una meta per non capitare in una situazione peggiore di quella che si lascia. Leggo di qualcuno che fugge da un amore frainteso e a suo modo tossico, oppure da una coscrizione militare verso una destinazione che porterà solo sventure e forse morte. Se si è in fuga per questi motivi serve capire dove fermarsi, dove sia possibile avere un rifugio che permetta di non essere ritrovati da chi si metterà a cercarti, bisogna mimetizzarsi e integrarsi, nascondersi restando visibili, non offrire a nessuno il motivo per tradirti e smascherarti. Fuggire può essere una necessità ma può anche accelerare le peggiori conseguenze. Sono fortunati tutti coloro che non sentono tale necessità, o che avvertendola riescono, dopo, a ricominciare come se la vita precedente non si fosse mai vissuta. Leggendo un libro si può seguire la trama e non sapere ancora come finirà sino a quando non si sarà conclusa la lettura sulla vicenda, se qualcuno riuscirà mentre qualcun altro fallirà. Non è dato saperlo neppure nella vita, prima di essere fuggiti e di essere arrivati. Probabilmente non si può fuggire per sempre senza mettere in atto una forma di ripetizione di alcuni schemi di base, cadendo in una forma patologica che non permette alternative reali ma solo continua paura e insoddisfazione, una discesa continua sino al fondo. Allora, mi chiedo, quando dovrei fuggire e quando, invece, dovrei smettere di farlo? Ciao Viz. Non lo chiedo a te, lo chiedo semplicemente a me stesso. Poi, arrivando alla fine della lettura del breve libro che citavo, succede che i due in fuga riescano nel loro tentativo, uno dei due aiuta l’altro ed entrambi trovano una complice che, sino alla fine, non svelerà mai le sue vere intenzioni. Succede così solitamente, in ogni progetto, anche in uno di fuga: avere qualche aiuto o anche solo un complice facilità la sua riuscita.

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domenica 8 settembre 2024

In bicicletta

Noi, che dopo Carpi e Ferrara, vedemmo Berlino, rimanemmo colpiti dalle piste ciclabili e dalle biciclette di quella città da poco riunificata. Ora chissà cosa è mutato, non lo so, e credo che non avrò l’occasione di verificarlo coi miei occhi. Senza di te sarebbe diverso, e la cosa non mi piace. Le piste ciclabili erano perentorie, rispettate perché lo imponeva non solo il codice locale ma la semplice prudenza. Un avventato pedone che avesse attraversato quelle piste senza rispettare linee, passaggi indicati e semafori sarebbe stato quasi certamente investito e sbattuto a terra dolorante dal ciclista di passaggio consapevole del proprio diritto e incurante degli effetti che la sua determinazione avrebbe procurato. Ecco, sul fatto che non si rifletta sugli effetti del rispetto delle regole, non sempre giuste, si potrebbe approfondire, ma non ne ho il desiderio, qui, mi porterebbe fuori tema. L’altro aspetto che ci colpì fu il fatto che i berlinesi utilizzavano biciclette col sellino più alto di quelle alle quali eravamo abituati, e che impedivano loro di arrivare coi piedi a terra ma di arrivare giusto e soltanto ai pedali. Ben diverso dal modo abbastanza comune emiliano di andare in giro, almeno a quei tempi, col culo quasi a terra e con le ginocchia costrette ad alzarsi per poter seguire la corsa dei pedali. Berlinesi in bicicletta col culo alto insomma, cosa che poi, col tempo, iniziammo a vedere pure nelle nostre zone, anche se mai a quei livelli di perfezione. Ciao Viz. Sai benissimo cosa notavo con maggior interesse a Berlino vedendo i ciclisti locali, se le piste o i culi.

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sabato 7 settembre 2024

Se l’avessi saputo

Se me lo dicevano prima chissà quanta fatica in meno, quante illusioni evitate, quanti programmi di cambiamento non avrei neppure messo in cantiere. A volte sono quasi convinto che in alcune occasioni se avessi detto sì invece di no non avrebbe fatto differenza, e che alcuni sacrifici finalizzati a particolari obiettivi me li sarei scansati. Perché ho voluto quella casa che ora in parte mi ricorda un futuro che poteva essere diverso? Come mai sono partito invece di restare e adattarmi? Ma è inutile pensarci. Il motivo che da Riva del Garda ci fece trasferire a Rovereto era serio, di quello non mi sono mai pentito. Ho perso alcune persone in quel trasferimento, ma ora le avrei perdute comunque quasi tutte. La verità è che quando si arriva ad un bivio, in quel momento preciso, tutto sembra focalizzato in una decisione da prendere. Ma in alcuni casi è solo illusione, non è una decisione seria, e farà lo stesso comunque vada. Solo mi piacerebbe saperlo prima, sapere quando si tratta di una cosa importante e che farà la differenza e quando invece non cambierebbe nulla. Quando si discuteva, con te, per fortuna molti falsi problemi sparivano. Altri problemi veri tu li affrontavi come io non sapevo fare. E altri ancora, enormi e senza soluzione, me li tenevi nascosti per non darmi pensieri e lasciarmi tranquillo. Questo in generale avviene, è avvenuto e avverrà. Ciao, Viz. Ti devo gratitudine. Ci incontreremo nei sogni, di tanto in tanto, ti penserò impercettibilmente, ricorderò perché è giusto e mi fa piacere, alcune esperienze si sono concluse ed altre chi può dirlo. Ogni tanto butto cose vecchie, lo faccio con estrema lentezza, ma ti confesso che una volta fatto non ne avverto l’assenza. Non ne avevo bisogno. E magari per avere alcune cose ho pensato a lungo prima di decidere.

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venerdì 6 settembre 2024

Idee e frasi rubate

Alla fine, che si vinca o si perda, si arriva nello stesso posto. Magari c’è chi si aspetta un premio dopo tanti sacrifici, qualcun altro forse teme una punizione. Se c’è un giudice immagino che farà il suo lavoro, e in quel caso, forse dopo essermi avvalso della facoltà di non rispondere per permettermi di capire meglio, mi metterò alla ricerca di un buon avvocato evitando quelli d’ufficio. A quel punto non baderò a spese, dove dovrei mai andare e per chi potrei risparmiare dopo aver lasciato ogni cosa? Ammetto che alcune figure che potrei incontrare mi generano ammirazione, come l’Arcangelo Michele, e allo stesso tempo un certo timore. Egli porta la spada, e sa come usarla, inoltre non teme di buttarsi nella lotta se serve. Ingenuamente mi ci immedesimo, oppure, più spesso, immagino che possa arrivare a portare giustizia dove qualcuno ha subito inutili e indicibili sofferenze. Magari è solo fantasia, lo ammetto, magari alla fine cambierà poco mentre la vera differenza possibile è qui ed ora. Devo capirlo che mi conviene pensare al qui ed ora. Devo. Ciao, Viz. Dimenticavo di aggiungere che, come al solito, mescolo verità e falsità, cose mie e cose altrui, che immagino sia vero ciò che non lo è ora e forse non lo è mai stato. Ma questo lo sai già, lo hai capito. Sei tu che potresti descrivermi meglio di come potrei io.

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giovedì 5 settembre 2024

L’esercizio

Supponi di andare da uno bravo e che quello ti proponga di parlare, non nel suo studio però, e nemmeno di andare a trovare qualcuno per farlo, no. La sua richiesta è, quando tornerai a casa e appena avrai un momento per farlo, di sederti e chiudere gli occhi. È in quel momento che vedrai la persona con la quale dovrai parlare, ed è possibile che tu immagini o sappia anche da prima chi sarà, perché quel compito, dopo che ti sarà stato suggerito, avrà agito in modo da richiamare esattamente chi deve arrivare. Sembra facile? È un’invenzione senza senso? Un motivo evidentemente quel bravo professionista l’avrà avuto, e sicuramente è intuitivo che ti obbligherà a riflettere, a rivedere e a ripensare. In fondo, in anni passati, eri tu che teorizzavi di dover parlare ad alta voce per prepararti a eventi o incontri importanti, per prevedere in qualche modo i temi del colloquio e immaginare le obiezioni e le osservazioni alle quali avresti forse dovuto far fronte con risposte chiare e credibili. È lo stesso gioco, pensaci, esattamente l’esercizio analogo di confrontarti con la tua vita in un momento diverso dal quale vivi. Prima anticipavi, ora torni indietro da qualcuno che conosci o hai conosciuto. Un po' richiama la storia del vogatore che prima con la canoa guardava in avanti e dopo, con un’altra imbarcazione, ha iniziato a remare voltando le spalle alla meta e guardando indietro. Nella semplificazione dei sistemi, che si vorrebbe unificare per arrivare alla sintesi assoluta, il prima e il dopo sono sulla stessa moneta e coesistono, solo su facce diverse. Adesso però è il momento di parlare con chi sai, e ascoltare con attenzione quello che ti verrà detto. Pensi di essere tu stesso quello che ti risponderà? È possibile che invece sia solo un modo diverso di raccontare la realtà e che in questo momento ti sfugge. Nella tua memoria ci sono stanze in ombra che conservano fatti e parole legate ad altre persone, parole non tue insomma, che pensi di non ricordare ma che nessuno ha mai buttato per far spazio ad altro.

                                                                                            Silvano C.©

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mercoledì 4 settembre 2024

Abitudini

Cerco da tempo le azioni ripetitive e le situazioni che mi permettano di sapere cosa farò domani al risveglio e poi nel corso del giorno e dei giorni che verranno. I mutamenti li vivo male, anche quelli atmosferici in particolare quando mi fanno temere eventi intensi e pericolosi. Voglio poter contare sulle amicizie anche se non mi faccio vivo da mesi o anche da anni. Nessuno ha il diritto di cambiare idea se a me la cosa non piace, o di pensare cose di me che non condivido. Odio i tradimenti e le delusioni che qualcuno mi impone, rischio di voler fissare la nuova situazione cancellando quelli che mi fanno questo sgarbo. E odio chi mi tradisce nel modo peggiore. Non è vero, mi sono spiegato male, odio il modo peggiore di tradire che è il morire. Non mi permette neppure di ribattere e di concludere un discorso che pensavo potesse durare ancora a lungo. Sino alla mia fine almeno, e forse oltre. E non mi piace vedere chi invecchia visibilmente, chi si ammala e smagrisce o ingrassa, chi perde i capelli per le cure o soffre per problemi e paure che tutti, in qualche modo, conosciamo. Voglio negazione del male e leggerezza, eterna gioventù e assenza di partenze e addii, voglio essere lo stesso stupido di sempre ma ammirato per la mia intelligenza e generosità. So di essere venale, ma questo non conta, io sono come mi si racconta. Ciao, Viz. Dovrei prendere appuntamento con uno bravo, ma bravo sul serio.

                                                                                            Silvano C.©

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martedì 3 settembre 2024

Cent’anni fa

Cent’anni fa mio padre era già nato, in una famiglia numerosa. Mia madre ancora no, e sarebbe poi stata figlia unica, con una sorella mai nata. Già questa differenza era destinata a farsi pesare con quello che avvenne poi, dal loro incontro in avanti. Una foto li mostra giovani assieme, mio padre è bello, più di quanto lo ricordi io, e mia madre in qualche modo più aristocratica, anche se nessuno dei due poteva vantare origini nobili. Quindi neppure io ho alcun ascendente che appartiene al bel mondo. I miei nacquero con le pezze al culo, come a volte sentii in alcuni discorsi in famiglia, mio nonno paterno fu calzolaio e mio nonno materno, al quale fui molto legato, semplice bracciante mai ben voluto dalla matrigna. I primi veri libri che vidi a casa furono i miei testi scolastici, e solo molti anni dopo iniziai a diventare un bulimico dei libri, un po' per l’identica ragione che spingeva mio padre a voler accumulare generi alimentari guardando più alla quantità che alla qualità dopo gli anni giovanili di vera fame. Il mondo di cento anni fa, quello delle mie origini, si limitava ad alcune frazioni poco ad est di Ferrara, e quando invece arrivai io, diversi anni dopo, ormai eravamo ad ovest di Ferrara. E nacqui figlio unico rimanendolo per quasi otto anni. Anche questa differenza di età ebbe conseguenze nei rapporti con l’unico mio parente più vicino vivente. Ad un certo punto, lo ammetto, iniziai ad ammirare le famiglie degli altri, non di tutti ovviamente, ma di alcuni altri. E mio padre, discutendo un giorno, mi confessò quasi accusandomi che provava una forma di gelosia per questo mio atteggiamento che giudicava ingiusto. Aveva ragione, solo in seguito lo capii, e tra le mie colpe non posso che aggiungere anche questa. Le cose mutano e i giudizi con loro. Adesso i miei mi mancano, ognuno di loro in modo diverso ma tutti mi mancano. Anche adesso faccio differenze, e ammetto che da bambino ero molto più legato a mia nonna e mio nonno. Pure questo, negli anni che seguirono, provocò effetti. Ciao, Viz, a lungo ne parlammo, e tu sei presente, anche ora.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 2 settembre 2024

Sei uno da sposare

Vi sono frasi fatte che qualcuno pronuncia un po' per blandire e un po' per prendere in giro, la realtà dei fatti è che nessuna donna l’ha mai detta pensando veramente di sposare l’uomo al quale era diretta e che magari era pure presente. Quindi si tratta di una grossa stupidaggine, o quantomeno di una leggerezza senza conseguenze pratiche. La realtà è sempre ben nascosta sotto parole che vogliono dire altro. E l’altro potrebbe essere: tieni la casa pulita come una donna di una volta, sai fare bene piccole manutenzioni, sei gentile in quello che fai, quel regalo l’ho molto gradito e via continuando. Ma nessuna donna di innamora di un maniaco della pulizia, di chi pratica bricolage, di una persona solo perché gentile o generosa nei regali. Quindi, in assenza di altri motivi molto più seri, nessuna donna sposerà mai, o diventerà la compagna, di uno di questi uomini. Cose ovvie, certo, e quando mai io potrò essere originale? Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

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domenica 1 settembre 2024

Il castello di If

Tra i bastioni fortificati del possibile, inaccessibili a chi non ne conosce perfettamente ogni cunicolo e passaggio, ogni stanza e ogni feritoia, ci si possono incontrare vivi e morti, persone che in qualche momento sono state in contatto con noi e che, arrivati ad un certo bivio del destino, hanno proseguito per altre strade. Ma non intendo restare troppo nel vago, penso a me e a te. E penso anche a tutto quanto è successo prima e non ha fatto scattare quello che scattò tra noi. È privo di senso immaginare che alberi ci sarebbero e quali frutti raccoglierei in un giardino mai avuto. E ovviamente il mio catalogo non meriterebbe la musica di Mozart, non è neppure un catalogo, è una successione di sogni e immaginazioni. Già citare questo catalogo nel mio caso sfiora il ridicolo, ne sono consapevole, ma il senso del mio ragionamento spero che diventi subito più evidente. Che potrei dirti che tu non sai? Probabilmente molte cose oltre a quelle che già ti raccontai, e questo perché per alcuni anni io cercai, consapevolmente o meno, e ogni volta mi fermai o fui fermato. E se invece avessi continuato e non mi fossi fatto distrarre da trasferimenti fisici o apparenti difficoltà? Niente. Così non si fa la storia, neppure la piccola storia personale. E allora quei nomi in parte li ho anche scordati ma non le emozioni, quelle sono mie per sempre. Alcune di quelle poche del mio misero catalogo sono ormai sparite, partite prima di me. E le altre sarebbe folle tentare anche solo di rivederle. Ciò che riposa non deve essere disturbato per una strana fantasia, meglio di no. E la fantasia è bene rimanga tale, lasciando il posto al mondo reale che continua a vivere come fa da sempre.                                                                                       Silvano C.©

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