giovedì 23 maggio 2024

Nulla di nuovo né di bello

Parte della vita, da un certo momento imprecisato e diverso per ognuno, è una continua elaborazione del lutto destinata a non finire mai, forse solo ad essere trasmessa per via ereditaria ma non con eguale modalità o intensità. In questa ipotetica trasmissione da una persona all’altra dovrebbe agire una sorta di evoluzione che probabilmente è anche ciclica, riprendendo il già vissuto da altri, e questo credo spieghi come gli psicologi possano affrontare tale situazione con i loro assistiti. I meccanismi della memoria legata al lutto hanno schemi che si possono leggere perché il loro linguaggio elementare è universale. Detto questo c’è un momento nel quale ognuno diventa consapevole di una mancanza determinante, insostituibile, enorme. Anche prima erano avvenute perdite, ma non di tale soggettiva portata. Prima tutto sembrava accettabile, doloroso ma naturale. Dopo i parametri cambiano. Diventano evidenti il prima e il dopo, e l‘impossibilità di tornare indietro. Nulla di nuovo, Viz. L’alternativa è fare il passaggio, diventare per altri e in modo preventivo l’oggetto dell’elaborazione del lutto. Ciao.

                                                                                                              Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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