sabato 18 maggio 2024

Qualsiasi cosa, ma fatta bene

Stare in coda per ore al posto di un altro non era il massimo per realizzare grandi sogni ma lo aiutava a distrarsi, non richiedeva troppo coinvolgimento emotivo e gli permetteva di sopravvivere. Anche se sarebbero state necessarie maggiori assicurazioni sul futuro non le giudicava ancora impellenti, la vita era lunga e ogni cosa sarebbe venuta al momento giusto, prima che diventasse troppo tardi. Il contratto in nero che stabiliva ogni volta era semplice, persino elementare e sempre verbale. La giudicava una fase di transizione della vita, di attesa o passaggio; di sicurezze non era in grado di ottenerne da nessuno. Senza una casa propria né un rapporto sentimentale serio, senza amici che lo completassero come avveniva solo due anni prima si immergeva in piccoli impegni senza prospettive che, non capiva come mai, trovava con grande facilità. Sembrava che ci fosse una sorta di passaparola sotterraneo e che il suo numero di telefono, il solo punto di riferimento lavorativo che aveva, fosse sufficiente a dargli impegni settimanali irregolari ma tali da riempirgli il tempo. Scarpe da ginnastica, jeans e felpa anonima senza cappuccio né scritte. Non indossava mai nulla di appariscente ma era sempre pulito, in questo la famiglia lo aiutava, oltre a dargli una stanza e un letto. Per tutto il resto si affidava alla giornata, al caso e alle necessità di chi lo contattava. Aveva la patente ma non l’auto che costava troppo. Accompagnava chi voleva visitare la città facendo da guida perché la conosceva bene, e magari era suo ospite a pranzo o a cena. Faceva code in qualche ufficio pubblico, anche se sempre più raramente. Si spostava in treno per far arrivare di persona oggetti di valore che i mittenti non affidavano a corrieri tradizionali, e sempre piccole cose, nulla di illegale. Per due settimane si era finto il figlio di una signora, giunta ormai alla fine, perché il vero figlio non voleva far sapere che in realtà della madre non gli interessava nulla e aveva di meglio da fare. Ancora non aveva svolto il ruolo di controfigura di un politico, ma chissà. E intanto conosceva occasionalmente persone che non avrebbe forse mai più rivisto. Cominciava a farsi venire qualche idea per una professione più tradizionale ma, una dopo l’altra, le scartava tutte. Raramente poi trovava qualcuno che gli chiedesse cosa faceva per vivere, e i suoi avevano imparato a non fare domande. Questo succedeva in un mondo irreale che a volte qualcuno si azzarda a descrivere con parziali riferimenti a vite conosciute, temute o solo immaginate.

Ciao, Viz. Nulla da aggiungere, per oggi.

                                                                                                              Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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