Stare in coda per ore al posto di un altro non era il massimo
per realizzare grandi sogni ma lo aiutava a distrarsi, non richiedeva troppo
coinvolgimento emotivo e gli permetteva di sopravvivere. Anche se sarebbero
state necessarie maggiori assicurazioni sul futuro non le giudicava ancora
impellenti, la vita era lunga e ogni cosa sarebbe venuta al momento giusto,
prima che diventasse troppo tardi. Il contratto in nero che stabiliva ogni
volta era semplice, persino elementare e sempre verbale. La giudicava una fase di
transizione della vita, di attesa o passaggio; di sicurezze non era in grado di
ottenerne da nessuno. Senza una casa propria né un rapporto sentimentale serio,
senza amici che lo completassero come avveniva solo due anni prima si immergeva
in piccoli impegni senza prospettive che, non capiva come mai, trovava con
grande facilità. Sembrava che ci fosse una sorta di passaparola sotterraneo e
che il suo numero di telefono, il solo punto di riferimento lavorativo che
aveva, fosse sufficiente a dargli impegni settimanali irregolari ma tali da
riempirgli il tempo. Scarpe da ginnastica, jeans e felpa anonima senza
cappuccio né scritte. Non indossava mai nulla di appariscente ma era sempre
pulito, in questo la famiglia lo aiutava, oltre a dargli una stanza e un letto.
Per tutto il resto si affidava alla giornata, al caso e alle necessità di chi
lo contattava. Aveva la patente ma non l’auto che costava troppo. Accompagnava
chi voleva visitare la città facendo da guida perché la conosceva bene, e
magari era suo ospite a pranzo o a cena. Faceva code in qualche ufficio
pubblico, anche se sempre più raramente. Si spostava in treno per far arrivare
di persona oggetti di valore che i mittenti non affidavano a corrieri
tradizionali, e sempre piccole cose, nulla di illegale. Per due settimane si
era finto il figlio di una signora, giunta ormai alla fine, perché il vero
figlio non voleva far sapere che in realtà della madre non gli interessava nulla
e aveva di meglio da fare. Ancora non aveva svolto il ruolo di controfigura di
un politico, ma chissà. E intanto conosceva occasionalmente persone che non
avrebbe forse mai più rivisto. Cominciava a farsi venire qualche idea per una
professione più tradizionale ma, una dopo l’altra, le scartava tutte. Raramente
poi trovava qualcuno che gli chiedesse cosa faceva per vivere, e i suoi avevano
imparato a non fare domande. Questo succedeva in un mondo irreale che a volte
qualcuno si azzarda a descrivere con parziali riferimenti a vite conosciute,
temute o solo immaginate.
Ciao, Viz. Nulla da aggiungere, per oggi.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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