La risposta non c’è. Non una sola almeno e le mie possono essere
condivisibili o ritenute strane, stupide, ingenue, superficiali e anche peggio.
Ma sono le mie. Ne voglio elencare alcune, in assoluto disordine come mi escono
secondo loro premura, in parte accalcandosi all’uscita come avviene talvolta al
cinema o al teatro finito lo spettacolo. E la prima risposta è quella che ho
appena scritta. Un’altra è che questo mi permette di evitare sedute da una o
uno bravi, che mi ascoltano e cercano di farmi capire quello che già so di me
senza esserne consapevole. Poi non voglio dimenticarti, e parlando con te ogni
giorno, a volte divagando senza un vero filo conduttore, ti trattengo. Qualcuno
potrebbe definirti fantasma, ectoplasma, invisibile, assente, morta, idealizzata,
amata più adesso di quando sarebbe stato il momento migliore, tutto giusto e
tutto parzialmente sbagliato. Sicuramente tra i perché non c’è quello di
sentimi originale, non lo sono mai stato e non posso esserlo neppure in questo
caso. Rubo idee ai libri che leggo, ai film che vedo, ai discorsi che mi capita
di ascoltare, a quanto mi dicono gli altri, alle notizie che mi arrivano, rubo
a tutti qualcosa e so che anche gli altri lo fanno. Chi ruba di meno vuol dire
che ha lavorato molto e ci ha aggiunto del suo, ma è sempre partito dal lavoro non
suo, dopo averlo visto e approfondito. Ecco spiegati alcuni motivi, Viz. Poi ce
ne sono altri ovviamente, che possono riguardare sensi di colpa, riconoscenza,
ricordo, anore, desiderio di ricominciare come se nulla fosse e tanti altri,
praticamente in un numero indefinibile e crescente. E poi mi piacerebbe che
ogni cosa finisse bene, e questo per ora è l’ultimo perché.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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