So di un uomo, un artista, che s’innamorò di una donna, la
sposò, ebbero due figli e poi lei morì giovanissima. In realtà lei per lui non
è mai morta. Da quel momento in ogni occasione l’ha evocata, descritta,
richiamata in mille modi. Non so dire come l’abbia pensata e magari sognata,
questo la sua biografia non lo spiega. Le notizie su di lui aggiungono che non
troppo dopo sposò la sorella della moglie morta, che anche da lei ebbe figli,
che la sua fu una famiglia numerosa con molte donne, tutte importanti per lui,
forse mai come la sua prima moglie presente quasi come fantasma in ogni momento
nei lunghi anni che lui ha vissuto. Quella donna, da quel poco che so, era
molto bella, ma questo non giustifica nulla del suo amore per lei, o lo fa solo
superficialmente. Posso, apparentemente senza un legame logico, aggiungere che in una
piazza ho visto un uomo con un violoncello, immobile. Ad un certo punto si è
avvicinata una bambina con un flauto dolce, uno di quelli economici usati dagli
studenti a scuola, che ha accennato ad alcune note alle quali il violoncello ha
risposto, a suo modo. Il dialogo a due è continuato sino a quando è arrivata
una donna con un violino, e si è aggiunta formando un trio proseguendo il tema
già iniziato. Da quel momento nulla ha fermato tutti gli altri strumenti che
stavano non lontano, in attesa, che si sono aggiunti sino ad arrivare a formare
una vera orchestra. E assieme hanno innalzato letteralmente al cielo le note di
una sinfonia immortale, che resterà dopo che ognuno di loro sarà sparito, come
è sparito il compositore e come sono scomparsi i mille e mille esecutori di
quel pezzo diventato patrimonio dell’umanità. E cosa lega questi due fatti,
queste tante vite, cosa fa sì che in qualche modo la speranza possa ancora
avere una possibilità? Evidentemente è l’amore, e tutto ciò di cui hai bisogno
è amore. Ciao Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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