È possibile ridurre i rapporti umani ad un semplice
dare-prendere, al rapporto domanda-offerta insomma, o ancor di più ad
operazioni matematiche elementari di addizione e sottrazione? La risposta è quasi
certamente no. I primi tempi, se ricordi, tu capisti la mia sostanziale
avarizia in termini di denaro e chiaristi la faccenda in modo che io compresi.
Certo che amo sentirmi generoso, ci mancherebbe, ma la realtà di fondo non la
posso modificare, solo controllare. Ed è possibile che prima di conoscerti
abbia avuto più di quello che ho dato, con qualcuno a me molto vicino, e me ne
sia reso conto solo a posteriori quando ormai il danno era stato fatto e
ricominciare era impossibile. Dopo di allora ho solo rivissuto col ricordo queste
esperienze senza poterle più ripetere. L’ho capito, col senno di poi, e me ne
vergogno ora. E ripenso alla scelta di evitare situazioni simili quando assieme
abbiamo iniziato a conoscere altri amici, altre persone. Volevamo e dovevamo ricambiare
sempre quando possibile e non accettare mai oltre il necessario, tentavamo di
non pesare su nessuno, di non approfittare troppo, anche nei momenti di bisogno.
Quindi, per arrivare al punto, ora credo che in alcuni casi abbiamo conosciuto
persone generose di carattere, forti, capaci di mettere in conto la possibilità
di perdere senza darci peso. Ed abbiamo pure conosciuto persone diverse,
portate a chiedere direttamente o indirettamente e a farsi circondare
preferibilmente da chi sapevano che avrebbero portato vantaggi, anche solo come
contatti sociali o introduzione nel bel mondo, quello che da sempre non
appartiene al mio livello né alla mia natura. Tu sei di un’altra specie, eri di
un’altra specie, molto più immediata e schietta di quanto potrò mai essere io,
che resto incapace di togliere le tante maschere. Posso sintetizzare, adesso,
che quando una persona generosa, disponibile e introdotta incontra chi per sua natura
e indole è abituato a chiedere per averne vantaggi, e magari tra loro scatta
pure attrazione, allora si instaura un rapporto squilibrato, destinato a durare
magari sino alla fine ma capace di procurare più dolore al primo e meno al
secondo. Non è giusto pensare in tali termini venali, lo so, i sentimenti umani
sono cosa complessa, impossibile da capire sino in fondo dall’esterno, eppure
un po' di verità credo di averla capita solo ora. E noi? Cioè, intendo, noi
cosa abbiamo fatto con queste due persone, con questi che in passato furono
nostri amici? Dal secondo ci siamo allontanati e siamo stati allontanati, è
venuto naturale, senza rimorsi, solo con un po' di rabbia da parte mia. Anche
per come ti ha trattata verso la fine e dopo la fine. E del primo solo ora
capisco che era stato generoso senza secondi fini, e che l’abbiamo offeso non
accettando sino in fondo quello che ci offriva. Noi non intendevamo pesare su di
lui né approfittarne oltre un certo limite, e lo abbiamo ferito, perdendolo.
Sarà vera questa chiave di lettura? Se è così forse abbiamo sbagliato assieme,
e io continuo a sbagliare ora. Mi viene adesso da pensare ad una piccola
cartina al Tornasole: a chi abbiamo mai dato le nostre chiavi di casa, e chi
invece ce la ha mai date effettivamente? Sai la risposta. È difficile riuscire
a non ferire, non deludere, non illudere, ed è difficile specialmente per me.
Ciao Viz, mi manchi.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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