sabato 25 maggio 2024

Dare e prendere, ma non è così facile

È possibile ridurre i rapporti umani ad un semplice dare-prendere, al rapporto domanda-offerta insomma, o ancor di più ad operazioni matematiche elementari di addizione e sottrazione? La risposta è quasi certamente no. I primi tempi, se ricordi, tu capisti la mia sostanziale avarizia in termini di denaro e chiaristi la faccenda in modo che io compresi. Certo che amo sentirmi generoso, ci mancherebbe, ma la realtà di fondo non la posso modificare, solo controllare. Ed è possibile che prima di conoscerti abbia avuto più di quello che ho dato, con qualcuno a me molto vicino, e me ne sia reso conto solo a posteriori quando ormai il danno era stato fatto e ricominciare era impossibile. Dopo di allora ho solo rivissuto col ricordo queste esperienze senza poterle più ripetere. L’ho capito, col senno di poi, e me ne vergogno ora. E ripenso alla scelta di evitare situazioni simili quando assieme abbiamo iniziato a conoscere altri amici, altre persone. Volevamo e dovevamo ricambiare sempre quando possibile e non accettare mai oltre il necessario, tentavamo di non pesare su nessuno, di non approfittare troppo, anche nei momenti di bisogno. Quindi, per arrivare al punto, ora credo che in alcuni casi abbiamo conosciuto persone generose di carattere, forti, capaci di mettere in conto la possibilità di perdere senza darci peso. Ed abbiamo pure conosciuto persone diverse, portate a chiedere direttamente o indirettamente e a farsi circondare preferibilmente da chi sapevano che avrebbero portato vantaggi, anche solo come contatti sociali o introduzione nel bel mondo, quello che da sempre non appartiene al mio livello né alla mia natura. Tu sei di un’altra specie, eri di un’altra specie, molto più immediata e schietta di quanto potrò mai essere io, che resto incapace di togliere le tante maschere. Posso sintetizzare, adesso, che quando una persona generosa, disponibile e introdotta incontra chi per sua natura e indole è abituato a chiedere per averne vantaggi, e magari tra loro scatta pure attrazione, allora si instaura un rapporto squilibrato, destinato a durare magari sino alla fine ma capace di procurare più dolore al primo e meno al secondo. Non è giusto pensare in tali termini venali, lo so, i sentimenti umani sono cosa complessa, impossibile da capire sino in fondo dall’esterno, eppure un po' di verità credo di averla capita solo ora. E noi? Cioè, intendo, noi cosa abbiamo fatto con queste due persone, con questi che in passato furono nostri amici? Dal secondo ci siamo allontanati e siamo stati allontanati, è venuto naturale, senza rimorsi, solo con un po' di rabbia da parte mia. Anche per come ti ha trattata verso la fine e dopo la fine. E del primo solo ora capisco che era stato generoso senza secondi fini, e che l’abbiamo offeso non accettando sino in fondo quello che ci offriva. Noi non intendevamo pesare su di lui né approfittarne oltre un certo limite, e lo abbiamo ferito, perdendolo. Sarà vera questa chiave di lettura? Se è così forse abbiamo sbagliato assieme, e io continuo a sbagliare ora. Mi viene adesso da pensare ad una piccola cartina al Tornasole: a chi abbiamo mai dato le nostre chiavi di casa, e chi invece ce la ha mai date effettivamente? Sai la risposta. È difficile riuscire a non ferire, non deludere, non illudere, ed è difficile specialmente per me. Ciao Viz, mi manchi.

                                                                                                             Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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