Non so perché stanotte mi sono chiesto, sognando o nel
dormiveglia prima di alzarmi, se avevo recuperato una cosa che riguardava mio
padre e che stava nella casa dove ha vissuto sino alla fine e che è stata definitivamente
venduta diversi mesi fa. Ormai, se era rimasta, sarà andata perduta per sempre.
Se invece l’ho recuperata tra le ultime cose che ho salvato, o che magari ha
salvato mia zia, allora si è aggiunta alle tante cose delle quali non so
disfarmi perché le associo a momenti della mia vita, che ormai è solo mia ed ha
poco in comune con quella di molti altri. Lo stesso fa mia zia. Solo alcune
persone darebbero valore a certi miei ricordi materiali, pochissime, e neppure
loro attribuirebbero ad un quadro o ad un oggetto l’importanza che hanno per
me. Sono carichi sospesi a loro modo pericolosi, sono zavorra, sono monumenti
inutili e destinati prima ad essere ricoperti dalla vegetazione, poi incrinati infine
dimenticati. E a nessuno verrà in mente di cercarli, o di chiedere la loro
storia. Esattamente quanto avviene a noi poco alla volta dopo la nostra morte. Come
dopo aver buttato un sasso al largo e vedere i cerchi che si allargano cercando
l’attenzione di chi osserva, o semplicemente per comunicare che un fatto è
avvenuto, e poi basta. Il sasso starà nel fondo, tra migliaia di altri e non
avrà più alcuna importanza. Anche chi lo ha tenuto in mano dopo pochi minuti lo
avrà scordato. Ciao, Viz
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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