Che non si viva di ricordi è relativamente vero, e dipende in parte da quanti anni si sono visti passare e quanti si pensa di averne ancora a disposizione. Un bambino non vive quasi se non nel presente, ha poche cose da ricordare, queste aumenteranno poi anno dopo anno. Chi la vita l’ha vissuta quasi tutta non può evitare di vivere anche nel passato, è nell’ordine delle cose. E nel mio passato ho vissuto vari periodi di Carnevale, alcuni pessimi, altri accettabili e solo uno bello. Il primo e peggiore che ricordi è quello legato ad una sfilata di carri allegorici in corso della Giovecca a Ferrara; scendendo dall’autobus venendo da Cassana mi ruppi un braccio. Un altro brutto periodo fu quello di quando ormai era nato nostro figlio ma vivevamo in una casa sottoposta a sequestro. Fingevamo di sorridere con lui ma dentro era tutta un’altra storia. Il bello era venuto qualche anno prima, quando stavamo a Riva del Garda e tu lavoravi in giro e un anno avesti la sede a Tione. Venni ad aspettarti alla fermata dell’autobus alle Sarche, e poiché esattamente in quel momento stavano distribuendo i maccheroni, ti accolsi con un piatto fumante. Era il periodo nel quale scoprivamo ogni giorno che potevamo il paese vicino nel quale distribuivano piatti come da tradizione, maccheroni, polenta, gnocchi, dipendeva dal posto. Ecco, dopo non è più stato così. Il Carnevale arriva una volta sola all’anno, e probabilmente una volta sola nella vita. Ecco, io non vivo di ricordi ma nei ricordi sì. Ciao, Viz, ovunque.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.