Ieri ho visto la gatta e il gatto, la mattina la gatta e il
pomeriggio il gatto. Oggi nessuno dei due. Ho lasciato il mio piccolo omaggio giornaliero
anche se la primavera ormai alle porte anzitempo rende più facile la loro vita
da gatti liberi. Loro mi fanno capire che la libertà ha sempre un prezzo e che
i vincoli e le limitazioni che ci siamo scelti o che ci vengono imposti hanno i
loro vantaggi. E poi sinceramente la libertà assoluta che per certi versi
alcuni pensano sia giusto ottenere non la credo possibile, mai. Qualcuno è
servo di ideologie o illusioni, altri sono schiavi di qualche vizio o debolezza,
tutti hanno il bisogno di mangiare per non morire e questo limita notevolmente
l’ipotetica libertà di non mangiare. E anche l’idea stessa di libertà a volte
litiga con la possibilità di sbagliare o di far male agli altri. Se fossi gatto
avrei bisogni più forti e più semplici e probabilmente programmerei la mia vita
molto a breve, senza perdere tempo in sogni o in proiezioni di immortalità. Non
sentirei il bisogno di lasciare tracce oltre a quelle minime per rendermi
visibile ai miei simili e marcare il territorio quanto basta. Non dovrei
seguire mode legate a scelte altrui, non dipenderei da un padrone se vivessi
senza padroni. Tuttavia non so se vorrei vivere da gatto, quello non lo so, non
è una mia scelta possibile e non sono nato gatto. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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