Sapeva potare le viti nella giusta stagione lasciando solo i
futuri rametti che avrebbero prodotto i grappoli che servivano. Sapeva riconoscere
i tempi per i lavori nelle campagne che non aveva mai posseduto. Sapeva quello
che aveva imparato senza frequentare anni di scuola ma dalla vita dura, dall’abbandono
e dalla fedeltà. Sapeva tutto senza aver mai viaggiato molto, e mi ha insegnato
molto anche se non tutto. Credo sia stato il mio primo maestro. Tu lo hai
conosciuto quando ormai era alla fine, quasi pronto ad abbattersi dopo i colpi
ricevuti per troppo tempo da tante persone. Ha avuto la fortuna di non vedere le
cose peggiori che io avrei potuto tentare di limitare, senza farlo, ma le
dinamiche in una famiglia sono sempre difficili da interpretare, e non ho mai
capito il momento giusto per intervenire. Quando poi l’ho capito è stato solo
per egoismo, molto lontano dal suo modo di vedere il mondo. Lui sapeva
accettare e non far pesare. Lui era mio nonno, e tu quasi non lo hai conosciuto.
Hai accettato però che nostro figlio portasse il suo nome. Gratitudine, ora,
solo gratitudine. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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