Andrei a quella cena con i
miei, eviterei di uscire arrabbiato come quella volta, sorriderei molto di più,
forse accetterei quell’invito, magari eviterei di farmi prendere da certe
situazioni senza via di sbocco, farei meno scherzi cattivi o presi male, non
darei in escandescenze per un semplice parcheggio facendo una figura meschina anche
se, dopo, mi sono chiarito ed ho chiesto scusa. Piccole cose, nulla di
assolutamente imperdonabile, ma tante, tantissime. E perché le ricordo adesso? Eppure
mi sembra chiaro, è il tentativo di tornare indietro non per evitare errori
fatti, che tanto ne avrei commessi altri, ma per esserci ancora. Invece non ci
sono più in quelle situazioni, vivo solo oggi. Non ci sono più molte persone,
dovevano partire prima ed oggi non vivono più. Dicono per consolarmi che tu sei
sempre qui. Lo dicono sapendo di mentire e ignorando che io lo so e ci credo. Chi
sbaglia allora, chi mente con buone intenzioni o chi finge di credere mentre in
realtà crede sul serio? Non ho la risposta. Il tempo delle dimostrazioni è
finito da quando ho capito che nessun assioma si può dimostrare, che la
matematica sfiora la fede, che regna la massima confusione nell’incertezza
generale delle mille imprese destinate a non venir mai concluse e con la sola
consapevolezza che nulla va mai veramente come era previsto nei piani. Quindi sono
qui e tu sei qui, ma non spargere la voce, facciamo silenzio. Tutto qui. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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