Ciò che appare oggettivo,
andando a scavare un po', si rivela sempre un po' meno certo e distaccato dalle
passioni e dai sogni, dai giudizi personali e dalle convinzioni. Non c’è nulla
di maggiormente preciso della misura di una distanza, verrebbe da dire, e
invece no. La distanza puramente fisica tra due persone varia nel tempo e nello
spazio. Mille chilometri oggi hanno un ben diverso valore e significato
rispetto a quanto si percepiva anche solo un secolo fa. E pur rimanendo nello
stesso tempo è intuitivo che i chilometri da percorrere non sono mai quelli calcolati
in linea d’aria. A me poi piace pensare anche ad altri tipi di distanze, non
solo fisiche, e qui l’oggettività si dissolve. Ho visto uno strano film leggero
nel quale le vicende dei protagonisti vivevano il tempo parallelo che scorreva
in una vecchia audiocassetta e sembrava fossero condannati ad andare solo
avanti perché l’audiocassetta non si poteva riavvolgere e che quindi fossero
destinati ad una conclusione tragica del loro rapporto. E poi un suggerimento,
un’intuizione: il lato B. Togliendo la cassetta dal lettore e reinserendola
capovolta era possibile ripartire, avere una seconda possibilità. Che culo, mi
viene da pensare, sia riferendomi al lato B sia alla fortuna di poter rivivere
in modo diverso quanto è avvenuto e sembrava non modificabile. E le distanze
tra le due tracce dello stesso nastro, parallele però con versi diversi, come
devo intenderle? Siamo nel campo della pura fantasia, ovviamente, perché sembra che il tempo non
possa né riavvolgersi né invertire la sua marcia. Tuttavia posso ricavarne una certezza, ed è che ingannando il tempo in questi miei ragionamenti al limite dell’assurdo
sicuramente poco alla volta riduco le distanze. Tutto chiaro, vero Viz?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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