Chi vuole andare in alto potrebbe avere questa meta, l'Altissimo. Un monte che si fa chiamare così sicuramente esagera e dovrebbe avere un maggior senso della misura ma certamente evoca immagini e solletica anche l’orgoglio di chi raggiunge la sua vetta, in particolare se non è un alpinista abituato ai tremila e oltre. Quale Altissimo scegliere? Qui c’è solo un po' di imbarazzo per la scelta perché sono in diversi i monti a chiamarsi così quindi dipende da dove ci si trova e dalla situazione.
Noi raggiungemmo l’Altissimo a noi più vicino, quello che permette di guardare dall’alto il lago di Garda, e fu molti anni fa. Da allora ci sono poi tornato un paio di anni dopo la tua partenza, e non è stata la stessa cosa. Inutile ripeterlo ormai, non mi fa piacere rivedere i luoghi dove siamo stati assieme anche se sul momento la cosa mi attira. Rimane il vuoto, rimane un senso di consolazione misto all’incapacità di accettare che si può star bene anche così. L’assurdità è nel fatto che si dovrebbe solo andare avanti, andare più in alto, spingersi più lontano e, per farlo, rimuovere in parte quello che era prima o ricoprirlo, sostituire i ricordi con l'attualità, creare un nuovo strato geologico sui precedenti, fossilizzare quello che vorrei ancora vivo.
La storia è anche questo, il racconto della successione degli eventi del passato, e si differenzia dalla cronaca solo perché è più lontana, più meditata e rivista. Per quanto mi riguarda, lo confesso, non cerco il nuovo, non ho bisogno del nuovo. Il nuovo ricambia confermandomi che non ha bisogno di me, quindi nessun problema. Ciao Viz.
Silvano C.©
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