Ricordare i morti non è una festa eppure ne ha alcune caratteristiche. Trovo ipocrita chi si reca al cimitero una sola volta all’anno ma è una mia opinione non condivisa dai venditori di fiori. È la stessa logica che applico al giorno di San Valentino, all’otto marzo e a simili ricorrenze. Se ad una persona ci tieni, ci tieni tutto l’anno, magari non la ricordi esplicitamente ogni giorno, non le fai sempre regali ma sicuramente è presente nei tuoi pensieri più di una sola volta. Tuttavia non mi spiacerebbe fosse una festa vera, non solo una ricorrenza. Ovviamente vorrei i festeggiati presenti. Vorrei sentire da loro le novità, cosa succede dove stanno, magari sentirmi dire che non stanno da nessuna parte e che sono venuti a trovarmi solo come una mia proiezione mentale e non ci sono più, in nessun posto. O forse che mi aspettano al varco per farmi capire finalmente quante idiozie ho fatto, quante idee stupide ho coltivato, quanto tempo ho dedicato a imprese senza senso. Ecco, una bella festa la vorrei, una rimpatriata dove non mancano malumori e sfoghi assieme ai sorrisi di circostanza e spesso sinceri. Non è una festa ma potrebbe. Ciao Viz.
Silvano C.©
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