Mi piaceva andare in giro nelle vie del centro a Ferrara con la nebbia, questa cosa mi era rimasta addosso dai tempi antecedenti quando, di alcuni anni più giovane, camminavo nei giorni di nebbia a Porotto. In realtà non erano bei momenti, sentivo solitudine e senso di inadeguatezza al mondo, percepivo una distanza siderale tra quello che ero e quello che mi apparivano gli altri, sempre più capaci, più fortunati, più ricchi e intelligenti, meglio inseriti e socializzati. Accettavo senza ammetterlo un grosso senso di inferiorità e la nebbia, nascondendo i contorni dei palazzi e anche la vastità delle cose, mi aiutava a sentirmi sufficiente e adeguato.
Ora la nebbia non mi piace più, mi resta parte della nostalgia per anni che non mi interessa rivivere, che mi hanno formato ma che sono stati pesanti come piombo, appiccicosi come l’afa estiva, pericolosi come le sabbie mobili e densi di vergogna.
Quello che mi piaceva non mi piace più. Non saprei cosa dire a qualcuno che mi manca da anni anche se rivorrei la sua presenza. Ricomincerei da zero, come se non fosse mai andato via, come se continuassi il mio dialogo aggiornato a oggi e con l’esperienza di adesso. Potrei forse ricucire e correggere, assumermi responsabilità che non capivo di avere.
Mi piaceva quello che era quando era, poi sono cambiato io, sono stato costretto a cambiare semplicemente vivendo. Ciao Viz, ricomincerei adesso, togliendo e aggiungendo, ricordando e scordando.
Silvano C.©
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