Paura del vuoto

Associazioni libere, tanto per non andare da uno bravo e automedicarmi la mente.

Anni fa ero un divoratore di piccoli manuali sulle formiche. Mi affascinava tutto del loro mondo e mi colpiva il fatto che in molte delle loro comunità ci sia l’istinto a evitare i vuoti sul loro percorso e a colmarli quando li incontrano.

Non ho mai volato e non so se ho paura di volare. È possibile. Non ho particolare paura delle altezze, ma senza esagerare, e ad esempio non mi interessa andare in montagna e aggrapparmi a una ferrata. Rischio inutile, preferisco una passeggiata su un sentiero anche se in salita.

A volte tento di fare spazio tra le cose che conservo, quasi certamente troppe. Tuttavia, poco dopo aver iniziato a buttare o a riciclare, qualcosa mi ferma. Sono sempre più convinto che si tratti di paura del vuoto e non di semplice istinto ad accumulare e mettere da parte ogni tipo di oggetto. Se improvvisamente avessi spazi liberi, stanze da rivista di arredamento proverei la paura di vivere nel nulla, in un luogo non mio, quasi in un albergo di passaggio.

E visitare città mai viste prima, o ritornare in quelle dove già sono stato o siamo andati assieme? Mi attira, certo, ma anche no. Il senso di vuoto e della tua assenza sarebbe rumoroso, mi mancherebbe il confronto. Già ne ho avuto prove e ho perso la spinta.

Ora la ricetta per riempire quel vuoto nuovo che mi assale non la conosco e la sola scelta in mio potere resta quella di non svuotare. Ecco in sintesi la mia paura del vuoto. Arrivederci Viz, noi ci incontreremo nuovamente, prove contrarie non ne ho avute, sino ad ora.

                                                                                                     Silvano C.©  

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