C’era una casa

C’era una casa dove vivevano in quattro. Arrivò un figlio. Iniziarono a viverci in cinque. Ne arrivò un altro e iniziò a diventare stretta. Quella prima casa venne lasciata per una seconda, su tre piani, molto fredda e scomoda, sicuramente con più spazi. Non aveva il bagno, e fu costruito il bagno. Non aveva il riscaldamento e per quello ci fu poco da fare. Fu necessario che quelle sei persone si trasferissero in una casa più moderna anche se popolare. E per un po', malgrado la situazione diventasse sempre più difficile, quella fu la sola casa di quella famiglia. Ma i sogni ci sono sempre, e qualcuno sa impegnarsi per realizzarli, con fatica e risparmi, con liti e forza di volontà. Intanto le case iniziarono ad essere due, perché la famiglia stava crescendo, con nuovi ingressi (oppure con nuove uscite, dipende dai punti di vista). È difficile capire quando un antico nucleo familiare cambia, cogliere il momento preciso. In realtà è un lento mutare, un divenire altro da prima e che non ha una data se non simbolica.

Poi una casa storica venne lasciata al posto di un’altra, e questa realizzò un sogno. E intanto una persona era mancata, e un’altra non poté godere di questa nuova situazione perché i rapporti erano ormai degenerati. In una famiglia non sempre le cose vanno come farebbe piacere. Le case ad un certo momento divennero più di una, potremmo dire due o tre, forse addirittura quattro.

C’era una casa che vide una storia non all’inizio ma in un momento particolare, e fu partecipe della vita di alcune persone per pochi anni. Poi quella casa lentamente venne dimenticata. Nella mia famiglia sono rimasto solo io a ricordarla. Tu non l’hai mai vista, Viz, anche se te ne ho parlato. Le case sono pezzi di vita, non solo muri e stanze. Ciao.

                                                                                                             Silvano C.©   

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