lunedì 16 agosto 2021

L’animale essenziale

Senza perdersi in inutili domande si fece scegliere. Meglio saperlo chiaramente piuttosto che fingere di avere avuto libertà mai concesse e non previste dal diritto. Uscì e non fu più solo, anche se non aveva ancora capito come comunicare. O meglio, non aveva ancora capito in quanti altri modi avrebbe poi imparato a comunicare, perché lo sguardo fu certamente uno dei primi messaggi che si scambiarono. Poi venne il contatto diretto col tatto, e poi percepì l’odore, non del tutto piacevole. Si ripromise, per quell’aspetto, di agire appena possibile, ma intanto non c’era nulla di urgente, solo la curiosità di scoprire. Anche tra esseri umani avviene così. Chi pensa di scegliere sbaglia di grosso ma spesso è bene fingere che sia andata come l’illusione invita a pensare.

Tra esseri senzienti o che possono esprimere una loro volontà prima o poi si trovano canali di comunicazione, e nel peggiore dei casi si decide di chiuderli. Forse pure le piante comunicano a loro modo con gli animali e gli esseri umani, ma lui non saprebbe dire se ha mai comprato una pianta in vaso perché in qualche modo lei lo ha convinto a farlo. Ha lasciato aperto il dubbio. Invece, sicuramente, tra esseri umani e altri esseri animali, almeno con alcuni di questi, i canali per comunicare ci sono e sono tanti.

L’animale essenziale conosce da subito il ruolo che gli spetta, oppure sa ritagliarselo adattandosi all’ambiente. Quello che seguirà sarà legato a interazione e istinto primordiale mutuato da millenni di vicinanza tra specie. E nessuno, né uomo né animale, sarà mai veramente libero.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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