Non credevo che sarei arrivato a dialogare con lei con irregolarità ma con una certa frequenza. Mi capita da un po', qualche anno, e non è una coincidenza. Non ritengo di essere diventato un suo intimo e non so se qualcuno può vantarsi di tale privilegio, ma succede. A dire il vero sono più monologhi che veri dialoghi. Se mai mi risponde non lo so capire, e neppure se, prima ancora, mi sente.
In alcuni luoghi più che in altri so che è presente. E sono quegli stessi luoghi nei quali avverto con fastidio certe voci un po' più alte del solito, e trovo quelle persone che parlano così decisamente antipatiche, per non dire odiose. Certi capelli corti li riconosco a distanza, come gli occhiali da vista un po' più grandi del necessario, ma il rifiuto rimane cosa mia, in fondo irrazionale e poco motivato, anche se per nulla innocente.
Quelle voci disturbano il mio dialogo con la Signora, nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Cosa le dico o cosa vorrei che capisse non saprei sintetizzarlo, a me basta poterlo fare. È tutto assurdo, inutile continuare…
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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