I
tempi lentamente fanno mutare la realtà e noi stessi. Nessuna stupida
burocrazia potrà mai fermare l’attimo, perché se così fosse avremmo trovato la
formula dell’eterna giovinezza (o vecchiaia, essendo il destino un po’ fuori
dal nostro controllo).
Il
tempo passa e si muore. Naturalmente, tragicamente, per malattia o incidente,
per età o semplice volontà, si muore.
Indagare
sullo stato delle cose serve a darci un senso momentaneo, in attesa della fine
definitiva.
Tu
recentemente hai deciso di prendermi in giro, di giocare forse con la mia
fantasia e la mia speranza. Mi porti alla coscienza da un momento nel quale mi
sto per assopire con la tua risata, un po’ mi spavento, mi guardo attorno, ma
sei già andata via.
Mi
stendo su un letto, apro un libro leggero, reggo per poche righe e gli occhi mi
si chiudono. Ed eccoti, che sei stesa accanto a me, ma non vuoi che ti veda in
viso. Quasi mi spavento, mi sveglio completamente, non posso più leggere e devo
fare altre cose, come riordinare carte (non immagini quante carte in questi
mesi ho accumulato da alcune città italiane).
Mi
stavi cercando? Volevi far pace con me o dirmi di far pace con me stesso? Pensavi
di portarmi indietro ad anni prima, quando di anni ne avevamo entrambi molti di
meno? Quella era stata la nostra perfezione, volevi fissare quella per
caso? Ma non mi rispondi.
Nella
mia ansia senza tregua indago, parlo di te e di me, racconto dove e a chi posso di quanto tutto avrebbe
forse potuto essere diverso, chiedo aiuto sapendo che quello che vorrei nessuno
me lo può dare. Ma ascolto i consigli, anche quelli inadatti, e tutti mi danno
qualche idea.
Se
avessero trovato la soluzione non esisterebbe la vita che conosciamo, non
esisterebbe il dolore del lutto, non ci sarebbero i miei sensi di colpa per i
troppi anni lasciati scorrere cose se fossimo entrambi eterni, come se il
confermarti l’amore diventasse diverso da semplice routine sottintesa.
Ed
ancora a scavare, indagare, cercare motivi, scoprire poi che qualcuno al quale
per anni siamo stati tanto vicini ci ha semplicemente ignorati; nemmeno due
righe di circostanza. La vita e la morte sono anche questo, una scuola alla
quale si arriva costantemente impreparati in qualche materia.
Io
però non smetto di cercarti, di lasciarmi sciogliere da questo dolore che non
so quanto durerà perché nulla è eterno, neppure io, per mia fortuna.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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